“La setta dei poeti estinti”, intervista a Emilio Fabio Torsello e Maria Sabia
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura:”With a Little Help From My Friends” – Joe Cocker
Il locale ormai sta per chiudere. Gli inservienti stanno pulendo il pavimento ancora appiccicoso per i gin tonic sversati dal primo idiota inciampato sulle sue gambe. Alcune persone se ne stanno assorte a contemplare la bellezza della sala semivuota e di tanto in tanto mescolano il drink mezzo sciolto per inerzia nel silenzio generale. Finché il pianista suona il primo accordo della canzone con una violenza inaudita. Una voce roca e graffiante si fa spazio nella notte fonda del nostro jazz club immaginario dimenticato dal mondo. È accompagnata da movenze che risulterebbero bizzarre se la musica finisse, perché sono in perfetta simbiosi con essa. È Joe Cocker, che oggi avrebbe compiuto gli anni. Sta cantando Unchain My Heart.
Il modo di cantare di Joe Cocker trasporterebbe chiunque nelle atmosfere di un film. Una voce unica nel suo genere, capace di essere così evocativa, avrebbe meritato più spazio nel panorama musicale, ma così non è stato. Complice una storia di successi improvvisi, di cadute e di rinascite.
Il primo successo fu la cover di With a Little Help From My Friends, brano dei Beatles. Il bluesman di Sheffield con questo brano fa scuola: non si limita ad eseguire il pezzo, ma lo riarrangia e lo trasforma in un brano soul in 3/4 e gli dona il trasporto emotivo che forse mancava. Leggenda vuole che i Beatles gli mandarono un telegramma per complimentarsi: la versione di Joe Cocker, per loro, era quella definitiva.
Over men and horses, hoops and garters
Lastly through a hogshead of real fire
In this way Mr. K. will challenge the world
Il brano sembra essere l’ultima concretizzazione dell’amicizia tra Lennon e McCartney: è stato scritto in una giornata, con Paul che a casa sua improvvisava al piano. Da un compitino cucito a modo per Ringo Starr è nato un brano che rappresenta l’anima vera della band, prima dei litigi e della rottura.
Oh, I get by with a little help from my friends
I Fab4 per registrare la canzone impiegano una nottata intera, tutti uniti per sostenere Ringo Starr che avrebbe fatto carte false pur di tornare a casa. Nonostante il nervosismo, riesce a regalare un’ottima performance. Ma il destino vuole che il brano faccia la fortuna di altri cantanti: ed è qui che inizia il mito di Ringo Starr, eroe dei perdenti.
Zucchero è il principale colpevole per aver traghettato la figura di Joe Cocker in Italia al pubblico mainstream. L’artista aveva sempre provato una profonda ammirazione per il cantante, fin dalla performance a Woodstock di With a Little Help From My Friends fino ad ispirarsi alle sue movenze spesso prese in giro. Appena Joe Cocker riemerge dal buio, i due diventano si incontrano a Roma. Dopo aver rotto il ghiaccio -con Zucchero che stava quasi per sentirsi male- diventano grandi amici, e il cantante emiliano lo invita a cantare al Blue’s Tour del 1987.
With a Little Help From My Friends in quei palchi italiani diventa la concretizzazione di un rapporto di fratellanza e sincera unica. Si crea per un istante un’intesa rara, con Joe Cocker che guarda soddisfatto Zucchero, che ricambia con applausi ad ogni strofa del suo mito.
Written by: Mariahelena Rodriguez
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