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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: ”Fortunate Son” – Creedence Clearwater Revival
Il Vietnam è una cicatrice ancora viva negli Stati Uniti, e Fortunate Son dei Creedence non manca mai di ricordarlo. Ad ogni esportazione di democrazia, come fu la guerra in Iraq, dopo l’undici settembre i giornalisti agitano la scure del Vietnam, sinonimo di fallimento. Johnson non era riuscito a dare una motivazione valida al popolo del perché migliaia di ragazzi dovessero essere mandati al fronte a morire in un paesino lontano e insignificante: la storia del contagio comunista che avrebbe portato alla fine del mondo non era più credibile. Il finanziamento di questa guerra sembrava nutrito dalla necessità di soddisfare una sindrome di onnipotenza nata con la vittoria delle due guerre mondiali.
Da un lato un’escalation delirante, dall’altro un paese che cercava di difendersi come meglio poteva. Davide e Golia, la narrazione perfetta e in diretta per la prima volta su tutte le televisioni del mondo. La controcultura americana anni 60 nata dall’assassinio di Kennedy trovava una macchia mediatica perfetta.
La maggior parte della musica della seconda metà degli anni 60, dai moti pacifisti che sarebbero culminati in Imagine a Woodstock, chiedeva a gran voce la fine della guerra del Vietnam e di tutte le guerre. Le immagini dei massacri, i figli che non tornavano a casa: l’America stava vivendo il peso dell’ingiustizia. E le incoerenze del tessuto sociale stavano tutte venendo a galla. Fortunate Son prima di venir usata in Forrest Gump raggiunse il terzo posto nella Billboard Hot 100 proprio in quel periodo e ne divenne il simbolo, anche se non contiene riferimenti espliciti.
L’inno rock dei Creedence sottolinea l’ingiustizia intrinseca della guerra: per John Fogerty erano i poveri che combattono per i ricchi. Nella sua voce c’era tutta la rabbia di quegli anni: si doveva andare a combattere, non si sapeva perché e nemmeno per cosa. Si moriva e basta. Nel frattempo, i figli dei senatori si godevano la vita nei palazzi lussuosi. Due nomi in particolare scatenavano l’indignazione: David Eisenhower e Julie Nixon, marito e moglie e figli di due presidenti. David Eisenhower aveva avuto il lusso di scegliere tra l’esenzione dalla leva militare oppure una posizione prestigiosa nei ranghi dell’esercito. In un modo o nell’altro la loro storia è stata incisa nelle parole di Fogerty. Loro non erano come il resto dei comuni mortali, erano figli fortunati.
Quando una canzone diventa un simbolo così forte, spesso negli anni diventa sempre più trasfigurato e semplice. Il messaggio di un brano è ridotto a slogan, ad un semplice aggettivo: anche se la musica resta, le persone dimenticano. Fortunate Son è rimasta vittima del suo tempo fino a diventare simbolo della gloria militare, l’esatto contrario. Donald Trump la usò per la sua campagna militare, e una compagnia di jeans ne fece la colonna sonora per uno spot pubblicitario.
I Creedence avranno pur firmato la colonna sonora di un film storico come Forrest Gump, ma non ci guadagnarono nulla. La loro casa discografica, licenza alla mano, ha svilito la musica dei Creedence in ogni modo possibile secondo Fogerty.
Il resto della band non sembra essere d’accordo: l’onnipresenza dei Creedence in film e spot mostra la longevità della loro musica.
“Film e Musica sono arte. Mettendoli insieme il risultato è piuttosto sorprendente. Penso sia fantastico, le persone che avevano il controllo sull’inserimento della musica hanno fatto un buon lavoro. Se l’avesse dovuto fare Fogerty, chissà che sarebbe successo”
Written by: Mariahelena Rodriguez
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