C’è Moda&Moda: Lucy Lizard Vintage, una storia d’amore che stringe il cuore
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura:”Speak to me/Breathe” – Pink Floyd
Il fil-rouge di oggi è stagionato. Oppure vintage per i più raffinati. Anche perché, definire stagionati i vinili mezzi rotti dello scantinato immaginario di una zia altrettanto immaginaria, non è il massimo. Vintage è più chic: i francesismi abbelliscono ogni cosa, dagli insulti alle vecchie cianfrusaglie. Se il vecchio cappello della zia è vintage, ecco che trovano spazio in un museo.
Lo mostrano anche i dati recenti, che hanno segnato un’impennata nella vendita dei vinili rispetto ai CD. Non succedeva da 30 anni: alla gente piace il sapore della nostalgia. Si aggrappa al passato che si spoglia dei suoi lati negativi e torna prepotente sotto il nome di vintage. Le classifiche di vinili premiano sempre e solo un album, che nonostante gli acciacchi dell’età è onnipresente: The Dark Side Of The Moon. Non c’è appassionato del supporto fisico che lo non abbia, anche se magari è in cantina a prendere polvere.
Sarà l’iconico prisma su sfondo nero, sarà la mano di Alan Parsons che concretizza molte delle visioni di Waters -giusto per dirne una, gli orologi di Time-, ma ogni singola traccia è invecchiata piuttosto bene. Nessuno in realtà al momento della registrazione si sarebbe immaginato l’impatto che ha avuto: agli occhi della band era un semplice album che avrebbe fatto parlare di sé. Non avevano previsto che lo avrebbe fatto al punto da rimanere per più di 700 settimane in classifica.
The Dark Side of The Moon continua a far parlare di sé perché la sua struttura ciclica sottintende tutta l’esistenza umana. Uno spaccato lucido ed amaro sui vizi dell’uomo, condito dal sano ottimismo di Waters che si rifugia nella musica terrorizzato da un mondo incapace di comunicare ma bravissimo a fare la guerra. Non è un caso che Speak to me inizi con un appello all’empatia: un battito cardiaco. L’insieme di rumori di sottofondo raggiunge l’apice della distorsione e crea un climax disorientante, pero poi bloccarsi all’improvviso. Inizia Breathe.
Breathe, breathe in the air
Don’t be afraid to care
Leave, but don’t leave me
Look around, choose your own ground
Breathe, nemmeno a farlo apposta, si prende i suoi tempi. La slide guitar crea un tappeto armonico leggero e sognante. Per un attimo ci si scrolla di dosso ogni preoccupazione e si vive nel presente. La voce di Waters invita per un attimo a fermarsi, e abbandonare le incombenze del lavoro. Logorati dalla necessità di essere produttivi e competitivi sempre, il tempo diventa un nemico da battere.
For long you live and high you fly
But only if you ride the tide
And balanced on the biggest wave
You race towards an early grave
Si è sempre presi dalla necessità di far qualcosa, pur di non pensare e godere il silenzio. Le gare con l’orologio non fanno che rendere l’essere umano una macchina che non si accorge del passare dei giorni. È un discorso che si potrebbe anche declinare ad oggi: è per questo che The Dark Side of The Moon è un disco invecchiato bene e che non mollerà le classifiche. Finché il mondo avrà bisogno di empatia, avrà bisogno di questo album.
Written by: Mariahelena Rodriguez
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