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Soundtrack da ascoltare durante la lettura:”Dead in the Water” – Noel Gallagher ‘s High Flying Birds
Questa è la storia di due fratelli che non si sopportavano, ma che erano bravissimi a rubare e a fare risse. Il maggiore si specializzò nei furti di stereo delle auto, il minore, per non essere da meno, venne espulso da scuola per aver picchiato una banda rivale.
Era il loro modo di vivere alla giornata ed evadere da un contesto familiare che era troppo stretto, con un padre alcolista e una madre che a fatica manteneva assieme i pezzi. Un copione che si ripete spesso. La scuola era un ambiente alieno, incomprensibile: se Liam stentava a raggiungere la sufficienza, Noel non provava nemmeno ad andarci. Quando sua madre Peggy ottenne un posto di lavoro lì Noel faceva in modo di farsi vedere all’ora di pranzo, per poi saltare le classi pomeridiane. Qualsiasi posto che non fosse la famiglia o la scuola, dove veniva preso in giro per la sua balbuzie, era casa. Anche se casa coincideva con la strada.
Un giorno beccarono Noel a rubare in un negozio: a 13 anni, in tempo di record, vinse sei mesi di libertà vigilata. Almeno non sarebbe andato a scuola, avrà pensato. Investì i sei mesi di condanna per imparare a suonare la chitarra che gli aveva lasciato il padre, andatosene chissà dove. Peggy aveva avviato la pratica per il divorzio, ma i giudici ancora non si erano fatti vivi. Noel passava i giorni chiuso in camera, sempre a suonare quella “stramaledetta chitarra” per sé stesso. Cedette alle insistenze del fratello e fondò una band con lui: gli Oasis. Liam alla voce, e lui nelle retrovie a scrivere, comporre e suonare. Il successo, poi la rottura. I caratteri troppo diversi, l’ego altrettanto uguale.
Noel Gallagher poi formerà gli High Flying Birds, un progetto nel quale poteva finalmente dire la sua. Ma gli attimi più belli non sono i concerti: di quelli, non ricorda quasi mai nulla. Gli attimi più belli restano quelli in cui riesce ad isolarsi con la sua chitarra e a cantare per sé stesso e nessun altro. Come faceva da bambino. Così nasce Dead in the Water.
For the shore as the night slipping through my hands
I fall into the sea like the empire built on the sand
I’ve been thinking about the days when we had no money
Un giro di accordi e un testo scritto nel giro due ore. Il tutto era rimasto nel cassetto, finché Noel prende la chitarra in uno studio di Dublino dove stava registrando l’ultimo album. Nel video ufficiale si sente chiaramente lo scambio di battute tra lui e il fonico, che gli chiede se può suonare di nuovo quella canzone. “Abbiamo tempo?”, chiede. “Giusto il tempo per risentirla”. Quello che non sapeva era che il fonico questa volta stava registrando.
I’m waiting for the calm as the storm is getting under my skin
I’m trying to fix the hole in my head where the rain gets in
Per un istante sembra di vedere Noel e non più il chitarrista sfrontato con l’insulto pronto. È come se si aprisse uno spiraglio di luce: non c’è pubblico, non ci sono tracce da registrare. Solo un artista che canta per se stesso e che si prende il lusso di essere vulnerabile. Un’autenticità che nessuno può toccare.
“È nuova?”
“Si”
“Bene”
“Andrà bene, no?”
Written by: Mariahelena Rodriguez
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