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Musica

È tutto il resto: Caparezza lascia l’ “Exuvia” del suo passato

today11 Maggio 2021

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “La Scelta” – Caparezza

Caparezza è uno di quei pochi artisti che riesce ad essere totalmente trasversale. La sua musica funziona su due livelli: si può decidere di fermarsi al ritornello e ballarci su, oppure si può decidere di addentrarsi nella selva tortuosa di parole che è Exuvia. Il rapper di Molfetta pubblica un concept album in un mondo che vive della necessità di produrre singoli su singoli. Meno male che Spotify aveva decretato la morte dell’album, dato in pasto alla riproduzione casuale. 

Caparezza Exuvia
La copertina dell’album

Exuvia non è un disco semplice: non si districa su singoli da lanciare per l’estate, ma su 19 tracce in cui convivono citazioni cinematografiche e musicali. È una sfida a sé stesso ma anche ai suoi fan: “godetevi la mia rovina”, sottolinea ironico in Fugadà. Fuggito dalla prigionia mentale di Prisoner 709, Caparezza è in una foresta: è un’occasione per scendere a patti con il passato, l’angoscia, riscoprire la meraviglia del volo con una consapevolezza. Dopo questo album, un cerchio si chiude e una nuova strada inizia: è un rito di passaggio verso le strade inesplorate dell’inconscio, una metamorfosi.

Video musicale

Il disco si apre con Canthology, l’antologia del cantante. Nello spaesamento del bosco -e del mondo di oggi-, i suoi ultimi sette dischi gli danno contro: vince un premio ma Galileo lo contesta, Micheal Jackson che lo aveva definito un genio gli dà dell’idiota. Il rapper fa mente locale del suo passato, sparpagliato in 20 anni di dischi. Trovare ancora qualcosa da dire all’ottavo, è difficile. Dopo essersi dato alla fuga in Fugadà, una voce femminile lo riporta sul sentiero. 

Camina, guerrero camina

Por el sendero del dolor y la alegría

Mishel Dominissan canta le prime strofe de La Selva, un suo brano. Sembra invitare Caparezza a non fuggire e a restare sui suoi passi: il viaggio nella selva non ha meta, ma è necessario per la rinascita. Il connubio curioso tra Molfetta e Città del Messico da vita ad una delle tracce più intense e ipnotiche del disco, che affonda le radici negli echi di ritmi latini. Nel suo percorso c’è anche spazio per il fu MikiMix, primo alter-ego impacciato del rapper. Se prima lo nascondeva sotto un tappeto, ora ha una traccia tutta sua: Campione dei novanta. 

Caparezza
Ph: Albert D’Andrea

I produttori dicevano: “Tu devi scrivere un pezzo su questo e quello

Fare canzoni che aiutino il pubblico a mettere roba dentro al carrello”

E sono andato a Sanremo

[…]

Io che non ero la star di pregio

Ma lo sfigato che stava in major

Il viaggio si snoda tra tracce di generi e influenze diverse, dai richiami ai Kraftwerk alla vaporwave di Come Prypiat. Nel caos del mondo Caparezza è un punto di domanda circondato da persone piene di certezze, ma è a suo agio nell’irrequietezza che diventa il punto di partenza per scoprirsi. In Come Prypiat ha l’impressione di vivere in una città fantasma, che non ha tempo per ascoltarlo, pronta a sbranare il prossimo nella prima bacheca social che capita. La realtà si trasforma, il tempo fugge in Zeit! E prima di spiegare le ali sul finale di Exuvia bisogna morire, come nella penultima traccia La Certa. La potenza spaventosa e inesorabile della morte spinge in realtà a dare il meglio di noi, a sfruttare il tempo a disposizione. Exuvia lascia interdetti, è un testamento all’arte e alla vita per guardare al futuro. 

Perché ricordatevi, che questo è un disco allegro. 

Leggi anche – È tutto il resto: Chi è Noel Gallagher quando nessuno lo vede?

Written by: Mariahelena Rodriguez

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