Soundtrack da ascoltare durante la lettura: ”La vita pensata” – Brunori Sas
Il fil-rouge di oggi è la noia, una di quelle sensazioni che si annidano in modo piuttosto subdolo nel cervello. È il timore di una vita sempre uguale, chiusa in quattro mura e fatta di pochi gesti. Svegliati, mangia, segui la lezione, scrivi. È il brusio costante che resta quando il vinile continua a girare sul piatto, ma la puntina è ferma e non c’è la musica. Svegliati, mangia, segui le lezioni, scrivi. È l’impressione che si fa viva quando senti che la routine costante che ti sei creato per aver qualcosa a cui pensare ti ha tolto la bellezza dell’imprevisto. L’orologio cola sulle pareti, hai l’impressione di star perdendo giorni che nessuno ti ridarà. Svegliati, mangia, segui le lezioni, scrivi.
I mirabolanti linguisti pronti a definire le fobie più assurde non hanno una parola per la paura della routine. L’oziofobia non è la stessa cosa. Chi ha paura della noia si chiude in schemi fissi in modo da avere sempre qualcosa da fare: si illude di controllare la propria vita perché la priva di ogni incognita. Sono persone che spaventano perché a tratti non sembrano umani. Credono che gli eventi si possano tradurre in algoritmi. Ma una vita calcolata e pensata che si riduce ad uno schema è una gabbia di noia, anche se oggi sembra l’unica scelta.
Video musicale
Si sente troppo spesso la necessità di complicare discorsi per sembrare intelligenti e si cade come degli analfabeti sentimentali sulla quotidianità. Dario Brunori, in arte Brunori Sas, arriva alla pancia con semplicità. Una dote spesso sottovalutata in un mondo che sente sempre il bisogno, inesorabile, di complicare l’arte. I personaggi di Brunori sono scomposti ma prendono atto delle loro crepe e cercano di lavorarci. Anche se tutto il mondo gli rema contro sono alla costante ricerca dell’equilibrio tra felicità e tristezza per superare i momenti di stasi.

Il dialogo de La vita pensata potrebbe accadere a chiunque: forse si vestono i panni dell’amico che va a mare, oppure quelli meno piacevoli di chi resta a casa a trovare risposte che non ci sono.
Dove te ne stai andando amico mio
Me ne vado al mare
Passo da mio fratello, c’è mio nipote
Che mi fa respirare.
Ma dove sei stato tutto questo tempo
Stavo chiuso in casa
A meditare, ad aspettare
Che il mondo intero smettesse di girare.
Il confine tra la vita pensata e quella vissuta è labile, ma va attraversato per lasciare spazio all’imprevisto. La noia di giornate sempre uguali è rassicurante, ma non è che una catena che di tanto in tanto la si colora in oro per farla più bella. Prima o poi si deve trovare il coraggio e sfidare la prudenza eccessiva figlia di pensieri troppo pensanti.
Me lo dicevi sempre
La vita è una prigione
Che vedi solo tu.
Non è detto che sia facile, ma ciò non implica che sia una lotta persa in partenza. I rimpianti, i “non posso”, come dice Brunori Sas, non servono a niente. Oggi però si può prendere una chitarra e suonare quattro accordi, anche male.
Dove te ne stai andando amico mio
Forse torno a casa
C’è qualcuno che mi aspetta e finalmente
Sorriderà.
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