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Musica

È tutto il resto: Ave Cesaria, tra musica e dignità

today23 Marzo 2021

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ave Cesaria” – Stromae

Oggi in radio “secondi” è il fil-rouge della giornata. Qui però non si parla di cibo. Mica siamo su Talking Food, anche se è il primo pensiero che subito viene in mente. La musica viaggia su due binari diversi, anche se non dovrebbe. Il primo è quello della musica mainstream: lucidato al punto giusto, infiocchettato da una produzione compatta e pronto a fendere l’aria pur di arrivare nelle nostre case nel minor tempo possibile. Poi c’è quello della musica folclorica: ha le rotaie arrugginite, sarebbe la seconda scelta di chiunque per un viaggio. Eppure ha un sacco di storie da raccontare se solo ci si fermasse ad ascoltarle. 

Video musicale

Ave Cesaria di Stromae è una lettera d’amore dal ritmo viscerale a Cesária Évora, cantante capoverdiana che ha fatto conoscere al mondo la musica che respirava la sua terra, la morna. Un’artista necessaria non solo per la Francia, ma per il mondo intero. 

Evora, Evora, tu ne m’aimes plus ou quoi ?

Evora, Evora, che c’è, non mi ami più?

L’universo musicale del sud del mondo spesso passa in secondo piano perché affonda le radici in una realtà diversa. E il diverso spaventa. Ma la musica non consce barriere linguistiche: diventa uno strumento di rivalsa per i secondi della fila. Cesária ha passato l’infanzia a cantare sulle barche attraccate ai porti di Mindelo prima di incantare tutta la Francia. Scandiva le giornate dei pescatori tra l’indifferenza della gente che non le dava nemmeno un soldo. 

Mindelo

Persone del genere sono ovunque, basta saper guardare. Alla stazione Termini c’è un pianoforte. Sembra un oggetto di sfondo, ma funziona davvero. Provare per credere. Ogni tanto la gente si ferma, suona qualche tasto e scappa via. In fin dei conti incute un certo timore reverenziale e chi non regge il confronto preferisce avere gli occhi incollati sull’orologio, in attesa del prossimo treno. Sono una di quelle persone, lo ammetto. Mi metto su un tavolino poco distante, apro il pc e fingo di scrivere.

Peut-être que moi je suis trop bête, mais je sais t’écouter

Sarà che sono troppo stupido, ma so ascoltarti

Un uomo sulla trentina piuttosto dimesso poggia contro il muro lo zaino grande quasi quanto lui e si siede sullo sgabello. Le sue dita callose rincorrono senza fretta le prime note di Claire de Lune di Debussy. In un crescendo di velocità e intensità qualcosa in lui prende il sopravvento: chiude gli occhi e si lascia trasportare. Tutti lo ignorano, secondo del mondo come tanti: ma a lui non importa. Vestito con poco come la giovane Cesària ritrova la sua dignità nella musica. 

Ah tout le monde te croyait disparue, mais tu es revenue/ Sacrée Cesaria, quelle belle leçon d’humilité

Ah, tutto il mondo ti credeva scomparsa, ma tu sei tornata/ Sacra Cesaria che bella lezione di umiltà

Ma questi momenti non bastano. Si cristallizzano nel tempo e vengono dimenticati dalle persone troppo indaffarate alla ricerca di non si sa che cosa, con solo la loro destinazione in testa.  Il mondo si accorgerà di Cesaria Évora alla soglia dei 50 anni, quando José De Silva, francese di origine capoverdiana, la convince ad andare a Parigi. Lì registrerà La diva aux pieds nuds e segnerà la memoria francofona e mondiale. Una storia di povertà, emancipazione e soprattuto grande talento artistico che la porterà ad essere la prima donna africana per numero di dischi venduti. Il tutto restando sincera a se stessa, nonostante venne continuamente messa in secondo piano. Dimenticata, messa alla prova, ma resistente. 

Perciò ave Cesaria, per la lezione d’umiltà e dignità che hai dato.  

Leggi anche – È tutto il resto: viaggio in mi bemolle

Written by: Mariahelena Rodriguez

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