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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: ”Peggio di niente” – Ministri
Quest’estate si ritorna a respirare con i concerti grazie alla massiccia campagna vaccinale, dopo un anno e mezzo di palchi vuoti. La musica live alza la testa, anche se a metà. Le famigerate sedie che fanno un po’ soffrire gli amanti del parterre e della calca e donano al concerto dei Ministri a Villa Ada di Roma, un’atmosfera da saggio di danza di provincia. Per fortuna si suona tutt’altra musica. Vedere gli strumenti sul palco è un’emozione da fotografare, ma il mio telefono da discount non aiuta.
Il gruppo milanese è in tour per presentare il nuovo EP Cronaca nera e musica leggera, una fotografia di oggi che fugge dagli slogan alla “Andrà tutto bene”. Federico Dragogna, penna e anima sibillina della band, anni fa scriveva che ci stavamo abituando troppo alla fine. Era il 2006, l’Italia era spaesata e confusa, ma è una costante viva ancora oggi. La cronaca e sempre più nera e la musica sempre più leggera, la parola d’ordine è svuotare la mente per fuggire in un porto più sicuro. Un concerto rock può essere il primo vero schiaffo. Certo, da seduti è un ossimoro, ma ogni volta che ci alziamo per cantare e saltare rigorosamente sul posto aleggia uno spirito di ribellione comune e necessario. Per un attimo è come se tutti ci fossimo ripresi un pezzo di vita normale.
“Doveva essere un concerto intimo, acustico”, scherza Federico “evidentemente non è così”. Non poteva esserlo, per fortuna. I Ministri alternano momenti di raccoglimento come in La Piazza nel ricordo della cicatrice della generazione dei ragazzi, il G8 di Genova, a momenti in cui si fa davvero fatica a stare in piedi. Bastano poche canzoni e i più temerari tentano di pogare seduti, un nuovo sport che sembra aver sostituito la selvaggia corsa alla transenna.
Il brano di apertura Tempi Bui calza a pennello. Ogni nota riporta alla realtà ed è ciò di cui il mondo ha bisogno: queste sedie sono solo un compromesso. Dopo un anno in casa la gente vuole tornare a vivere e la colonna sonora è il rock, come dimostra il successo planetario dei Måneskin. Sullo sfondo del laghetto di Villa Ada il pubblico continua a sedersi e rialzarsi, c’è poco spazio per le ballad. Si continua subito con Comunque, dall’album Per un passato migliore. Un brano che invita a provarci e a dare il meglio a testa bassa anche se tutto sembra andare per il verso opposto.
Davide “Divi” Auteliano, frontman e bassista non fa che ringraziare il pubblico, che quest’estate per i musicisti è una boccata d’ossigeno: “Siete bellissimi, bellissimi e lontani.” Si ricorda anche Raffella Carrà, scomparsa qualche ora prima e modello d’esempio per il loro stilista e amico Nicolò Cerioni. L’omaggio è a Franco Battiato con Alexanderplatz, che tutti accolgono ad occhi chiusi. Il momento più bello va alla canzone subito dopo, Il Bel Canto. C’è chi alza le braccia al cielo, chi si abbraccia con l’amico. Divi raggiunge il pubblico, vorrebbe navigarlo ma non può, non ancora. Si limita ad attraversare il corridoio che separa i due ammassi di sedie, canta con tutta la rabbia e la forza che ha in petto. Riceve il doppio della grinta. Siamo tutti sotto lo stesso cielo a cantare, per una volta contenti di essere vivi qui ed ora, anche se con le ossa rotte.
Voglio un nemico fidato, voglio guardarlo negli occhi
I Ministri chiudono il concerto con Una Palude, ringraziano ancora. Promettono abbracci e poghi selvaggi per il prossimo anno. Qualcuno pochi istanti dopo chiede di più, perché è tutto passato troppo in fretta: è il destino delle cose belle.
Written by: Mariahelena Rodriguez
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