fbpx
play_arrow

keyboard_arrow_right

skip_previous play_arrow skip_next
00:00 00:00
playlist_play chevron_left
volume_up
chevron_left
  • play_arrow

    Young ASCOLTA LA DIRETTA

  • play_arrow

    Deep

  • play_arrow

    Relax

  • play_arrow

    Passion

Cinema e TV

Due passi nella magia, tra Los Angeles e Cinecittà

today21 Aprile 2021

Background
share close

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “That’s why God made movies” – Paul Simon

Cultura e identità

O, meglio ancora, contaminazioni tra identità. Sono questi forse i termini migliori per descrivere il Los Angeles Italia Festival, finalmente dal vivo al Chinese Theatre, proprio lungo la Walk of Fame.

Il Festival, patrocinato dal Minstero della Cultura e da Minerva Pictures, si è aperto con un omaggio a Ennio Morricone curato da suo figlio e dal flautista Andrea Griminelli, e si concluderà il prossimo sabato.

Dalle visioni della Medea pasoliniana, lacerata tra tragedia classica e irresolutezza del presente, a Bellissima di Luchino Visconti con Anna Magnani, passando da Il Medico della Mutua, forse l’esempio più cinico della commedia all’italiana, con un Alberto Sordi nella doppia veste di attore e sceneggiatore accanto a Luigi Zampa.

Sono solo tre dei capolavori italiani che torneranno ad illuminare le sale cinematografiche statunitensi, imponendosi nuovamente con lo loro potenza narrativa agli occhi degli spettatori; accanto però a titoli più recenti quali Pinocchio di Matteo Garrone e il film d’esordio di Pietro Castellitto, I Predatori.

In tutto sono 163 i titoli del cinema d’autore italiano che saranno eccezionalmente nelle sale statunitensi giusto a pochi giorni dagli Oscar.

Uno squarcio su modi diversi di sceneggiare, di concepire la cinepresa. Paradigmi e sensibilità lontane dalle stelle hollywoodiane, ma certamente non estranee, che tornano a darsi del tu in eventi come questo. Tra le sale di un teatro dalla facciata di Pagoda, le stelle scolpite nel cemento di Los Angeles e l’eco lontana di una Roma nostalgica.

È di libertà espressiva, di continuo rinnovamento e di intersezioni tra sentieri che la settima arte si nutre.

Forse dovremmo smetterla di dare per assodato che la magia di Cinecittà, di quegli anni fertili di poesia e sperimentazione, sia ormai solo un vecchio fotogramma cui restare aggrappati col ricordo.

Written by: Arianna Cerone

Previous post

Post comments (0)

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0%