Con l’avvicinarsi dell’estate, si risveglia anche la voglia di prenotare biglietti aerei verso mete lontane. Viaggiare è un’esperienza davvero unica: tuttavia, a volte stare in posti nuovi potrebbe rivelarsi difficile, soprattutto per il nostro sonno.
Andate in viaggio, a casa di amici, in un posto nuovo e vi svegliate la mattina dopo con la sensazione di aver riposato a metà. Mai successo? Forse non è solo una sensazione…
Il sonno è caratterizzato da diverse fasi, associate a specifiche frequenze e onde cerebrali, in cui si distingue il sonno profondo: caratterizzato da onde lente, prevale durante le nostre notti più riposanti. Uno studio pubblicato su Current Biology ha approfondito il “first night effect” analizzando l’attività cerebrale di persone che dormivano nella risonanza magnetica per la prima volta, e comparandola con la notte seguente in un ambiente più familiare.
I risultati hanno mostrato che il default-mode network dell’emisfero sinistro, una serie di regioni interconnesse e associate ai cosiddetti “viaggi mentali” e sogni ad occhi aperti, presentava meno sonno profondo dell’emisfero destro durante la prima notte. E più quest’asimmetria risultava spiccata, più tempo le persone impiegavano per addormentarsi.
Insomma, pare che metà del nostro cervello non dorma profondamente come l’altra metà durante la prima notte di sonno in un posto nuovo. Proprio come per certi animali, tra cui ricordiamo i delfini, potrebbe essere dovuto a una sorta di meccanismo di difesa: addormentati sì, ma pronti a reagire in caso di pericolo. Ed ecco che ci giriamo e rigiriamo in un letto che non è il nostro.
Di Andrea Valitutti
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