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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Speak to Me” – Amy Lee
E se avessi trovato un modo per andare bene alle interrogazioni anche senza studiare?
Ecco, non illudetevi, perché non è successo. Eppure, so bene che in questo periodo ci sarebbe molto utile scoprire una modalità per andare bene alle verifiche orali senza passare le notti a studiare. Del resto, si sa, maggio è quel mese in cui ci scordiamo qual è la differenza tra luce e buio: tutto diventa indistintamente illuminato dalla lampada della scrivania. Ma non dobbiamo lasciare che, nonostante tutto questo studio, le interrogazioni vadano male per “intoppi di percorso”. Quante volte, per giustificare un voto ingiusto, i professori ci hanno detto:
“Non hai esposto bene, non hai utilizzato un lessico adeguato, non lo hai espresso nel modo in cui avrei voluto io…”.
Sappiamo tutti quanto queste parole siano in grado di urtare l’anima di qualsiasi adolescente, perciò è bene imparare a superare questi piccoli ostacoli, attraverso qualche dritta, che di sicuro tornerà utile!
La parola “sfruttare” ha un’accezione negativa, ma in questo caso si intende rendere utile l’esperienza di qualcun altro. Mi spiego meglio: nel caso tu non sia lo sfortunatissimo primo interrogato della classe, usufruisci della malasorte del tuo compagno a tuo vantaggio. Ascolta bene le domande dell’insegnante, per capire che genere di cose ti potrebbe chiedere, ma, soprattutto, ascolta le risposte e segnatele. Chiaramente, sarà bene sentire anche quali sono i suggerimenti e le correzioni che il prof. preciserà al povero sfortunato, in modo tale da sapere su cos’è meglio concentrarsi nel momento in cui, il pomeriggio, ripeterai a casa.
Conoscere il tuo insegnante, da questo punto di vista, è fondamentale. Sentendo le interrogazioni, infatti, sarà più semplice capire come il prof. vuole che gli sia risposto. Ti sarà sicuramente capitato che, rispondendo ad una domanda, sei stato corretto, anche se il concetto era lo stesso. Tuttavia non è raro che a lezione, durante le interrogazioni o in un eventuale ripasso, l’insegnante si soffermi su una parola in particolare o su un concetto che magari il libro stesso esprimeva come ne hai parlato tu, ma ti era stato spiegato in maniera leggermente – quasi impercettibilmente – diversa. Se, durante l’esposizione, userai quella parola specifica o quella nozione in particolare stai certo che noterai sul volto del tuo ascoltatore uno sguardo fiero e soddisfatto. Hai appena ottenuto un voto in più, te lo dico io.
Ci sono una serie di piccoli accorgimenti a cui puoi fare attenzione mentre parli, che non sono necessariamente un problema, ma che possono essere tenuti a bada. Per esempio, la bellissima e italianissima arte del gesticolare. So che quasi tutti lo facciamo, anche perché è un modo pazzesco per sfogare l’ansia eppure, se fatto eccessivamente, può trasmettere insicurezza e nervosismo.
Un altro dettaglio a cui prestare attenzione sono i momenti di balbuzie. “Ehm, uhm, ahb, eh, oh”. Anche se alle volte nemmeno ce ne rendiamo conto questi versi sono espressioni frequentissime che utilizziamo durante un’interrogazione, per riempire gli spazi vuoti, per non lasciare che nell’aula cali il silenzio tombale che ci causerebbe solo agitazione. Teniamo a mente, però, che non c’è nulla di male nell’interrompersi un istante per riprendere fiato ed elaborare una risposta completa. Così, grazie a quell’attimo di brainstorming silenzioso, eviteremo tutte quelle spiacevoli interruzioni intervallate da interiezioni spiacevoli.
Bene, adesso possiamo metterci tranquilli. Con una preparazione adeguata raggiungeremo sicuramente il nostro obiettivo, che non ci servirà solo per ottenere il bollino verde sul registro, ma soprattutto per la vita, perché sapersi esprimere è sempre importantissimo!
Written by: Benedetta Bini
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