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Siamo a maggio – quante volte l’ho ripetuto nell’ultimo periodo? – e non c’è bisogno di ribadire che questo mese sia faticoso e che la voglia di studiare sia sparita senza lasciare traccia. Ho controllato ovunque: sotto al letto, nell’armadio, sotto il cuscino e persino nello zaino, ma ho solamente trovato la voglia di passare del tempo con i miei amici invece di stare tappata in casa a studiare. Bene, a questo punto, ecco l’illuminazione: si possono conciliare le due cose? Studiare insieme agli amici è possibile?
A questo dilemma, sento di poter dare una sola risposta, quella perfetta sempre, in qualunque occasione – ditela alle interrogazioni e sarà una svolta -: dipende. Studiare è un processo complicato, in cui servono entrambe le componenti, sia un po’ di sana solitudine che la collaborazione. Sostanzialmente, dipende dalla fase di studio in cui ci troviamo e dalla scelta delle persone di cui ci circondiamo. La buona notizia, però, è che, in alcuni casi, la parola “studio” e la parola “insieme” possono essere messe nella stessa frase.
Probabilmente, molti di noi hanno già provato a studiare insieme alla propria comitiva, ma non è andata a finire bene o perché siamo finiti a fare tutt’altro o perché non si è rivelato efficace. Il primo passo, infatti, è capire quali passaggi dello studio richiedono una concentrazione assoluta e, di conseguenza, solitaria e quali, invece, diventano piacevoli e funzionali in gruppo. Alessandro De Concini, professore, formatore e divulgatore, diventato ormai punto di riferimento per gli studenti alla ricerca del proprio metodo di studio, viene in nostro soccorso.
“Lo studio di gruppo può trasformarsi in una risorsa preziosissima, un’arma segreta persino, a patto che sia gestito al meglio e al momento giusto.” – Alessandro De Concini.
Afferma questo in un suo articolo che approfondisce proprio il tema, e in cui spiega che la prima fase dello studio, quella dell’acquisizione dei contenuti, richiede una concentrazione assoluta. Nella stanza non deve volare una mosca e tutte le energie si devono focalizzare sulla comprensione. Anche la seconda fase, quella di approfondimento, in cui realizziamo schemi, mappe concettuali, predilige la solitudine, perché si tratta comunque di un’elaborazione personale, in cui si filtrano e si selezionano le informazioni più importanti dal nostro punto di vista.
La fase successiva, quella di applicazione ed esercizio, si trova a metà. Il ragionamento, la comprensione e l’applicazione sono passaggi che è preferibile svolgere in solitudine, ma per il confronto finale o per eventuali dubbi, studiare insieme può rivelarsi molto efficace!
Stesso discorso vale per la parte finale: in quella del ripetere ad alta voce o, più in generale, del ripasso dei contenuti appresi, il confronto, la discussione, la spiegazione di parti non non chiari sono utilissimi!
Insomma, studiare insieme è possibile e può essere anche piacevole e conveniente. Unica pecca: non lo si può fare proprio con tutti.
Sembra brutto da dire, ma per studiare insieme seriamente non tutte le persone sono indicate. Quasi tutti, nel nostro gruppo di amici, abbiamo il simpaticone e il perditempo, che amiamo a dismisura, ma rischiano di sviare il vero obiettivo dell’incontro. Basandoci sempre su Alessandro De Concini, che sicuramente ne capisce più di noi, la compagnia con cui desideriamo studiare deve avere queste caratteristiche: dedizione, affidabilità, spirito di gruppo e metodo di studio simile o almeno compatibile con il nostro. La dedizione servirà per raggiungere lo scopo nel minor tempo possibile, senza perdersi in distrazioni.
L’affidabilità è sempre ben accetta, perché una persona di cui ci fidiamo sarà sempre più che sincera con noi, e nello studio questo serve. Lo spirito di gruppo, neanche a dirlo, è imprescindibile, perché senza di esso non ci sarebbe collaborazione e senza collaborazione… arrivederci e grazie. Infine, il metodo di studio deve essere simile o quanto meno compatibile con il nostro, in modo tale da rendere tutto più organico ed efficace.
Insomma, studiare insieme è possibile, e, magari, finiti gli argomenti, un bel gelato tutti assieme non fa mai male. L’importante è non perdere mai di vista l’obiettivo finale. Con un po’ di impegno, insieme si può arrivare dappertutto.
Written by: Benedetta Bini
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