Sarà il rover ExoMars che nel 2020 sonderà il pianeta rosso a darci la risposta definitiva a uno dei quesiti più interessanti della scienza: esiste la vita su Marte? Il Robot super tecnologico che partirà alla volta dello spazio si chiama Rosalind Franklin, un appellativo dal forte valore evocativo: prende infatti il nome della scienziata che contribuì alla scoperta della struttura a doppia elica del DNA. La donna inglese è stata scelta tra le quasi 40000 proposte dell’Agenzia spaziale europea (Esa): senza dubbio, si tratta di una decisione legittima e appropriata, dato l’enorme contribuito che la studiosa ha dato al mondo scientifico, troppo spesso, però, lasciato nel dimenticatoio. Ecco perché.
Le reminiscenze scolastiche di ognuno di noi forse conterranno, in uno dei tanti cassetti della memoria, questi due nomi: Watson e Crick. Proprio agli scienziati in questione viene attribuita una delle scoperte più celebri della storia umana: la rivoluzionaria ricerca che portò a conoscere la struttura a doppia elica dei filamenti di materiale genetico, che nel 1962 valse loro il Nobel per la medicina. Eppure, i due non vedevano di buon occhio la collega Rosalind, tanto che le attribuirono un pessimo epiteto: “dark lady“. Questa azione dai toni parecchio sessisti, contribuì a ignorare l’enorme lavoro svolto dalla donna sino al 1968. Bisognerà poi attendere altri 30 anni perché la National Portrait Gallery di Londra collochi per la prima volta una fotografia della Franklin accanto a quelli dei suoi collaboratori.
La missione del prossimo anno, che finalmente porta in risalto l’inestimabile studiosa, si propone come intento quello di raccogliere campioni del suolo di Marte, per poi analizzarli con l’auspicio di scovare forme di vita passata e presente. La sonda potrà agire fino a due metri di profondità attraverso una trivella made in Italy, realizzata grazie alle ricerche dello studio Rocc di Torino.
Il rover analizzerà una pianura adiacente l’equatore marziano, dove già da anni è stata rilevata la presenza, in epoche passate, di sorgenti d’acqua. Un altro apparecchio italiano, Marsis, avrebbe poi scoperto la presenza di un lago salmastro sotterraneo proprio nei meandri del pianeta rosso!
Queste le parole di Raffaele Mugnuolo dell’Unità Esplorazione e Osservazione dell’Universo dell’Agenzia Spaziale Italiana in merito alla scelta legittima di attribuire alla sonda le credenziali di Rosalind:
Il nome della Franklin è una scelta che condivido pienamente, anche perché valorizza un’importante figura femminile della scienza moderna. Il mio augurio per il Rover è che possa scrivere una pagina importante della storia dell’esplorazione di Marte.
Post comments (0)