Durante la lettura si consiglia l’ascolto del “Global spirit tour – Depeche Mode”
Ultimo giorno per la visione del docufilm Depeche Mode: Spirits in the Forest, al cinema il 21 e 22 novembre. Diretto da Anton Corbijn, che collabora con la band dal 1986 per il video di A Question of Time, non è solo un film sui Depeche Mode, la loro formidabile carriera e i successi raccontati attraverso le riprese degli ultimi due concerti del Global Spirit Tour, ma sul fandom in generale, per chiunque ami la band.
Il docufilm infatti guarda al ruolo della band nella vita dei fan, nella buona e nella cattiva sorte.
L’idea nasce nel 2017 da una compagna di Facebook lanciata dai Depeche Mode in occasione del loro nuovo disco, Spirit. La band ha lasciato amministrare la pagina Facebook per un anno intero ai fans. Ogni giorno gestita da un fan-amministratore diverso, che poteva scegliere foto, storie o video da condividere inerenti ai Depeche Mode, la pagina prendeva vita anche come forum in cui i fan raccontavano come la band abbia influito nelle loro vite.
Tra i partecipanti, ne sono stati scelti sei molto speciali, che raccontano il loro rapporto con i Mode: Dicken Schrader, Liz Dwyer, Christian Flueraru, Daniel Cassus, Carine Puzenat e il più giovane del gruppo, il ventiduenne Indra Amarjargal dalla Mongolia.
Dicken Schrader, da Bogotà, racconta di aver ascoltato Strangelove per la prima volta alla radio. Era il 1987 e da lì è stato subito amore. Immediatamente comprò Music for the Masses. “I was expecting a dance record”, dice, “but it had this spectrum of musical colors”.
Nell’83 con la canzone Just Can’t Get Enough inizia la devozione di Dwyer per il gruppo. Il film racconta la sua vita ora, come madre di due figli, e la sua battaglia contro il cancro al seno. Racconta la forza della musica dei Depeche che l’ha accompagnata durante la chemio.
Poi la storia di Cassus, costretto a lasciare il Brasile per Berlino, la difficoltà di dichiararsi gay e dell’ambiente oppressivo e bigotto del suo paese.
Puzenat, dalla Francia, racconta che i Depeche Mode sono stati il suo unico ricordo dopo essersi svegliata dal coma, a seguito di un incidente stradale.
Infine la difficoltà di Flueraru di ascoltare la musica nella band nella Romania sovietica.
Sono profondamente orgoglioso di condividere questo film e la storia potente che racconta. È incredibile vedere i modi molto reali in cui la musica ha influenzato la vita dei nostri fan.
Dichiara Dave Gahan, voce dei Mode.
Insomma, Spirits in the Forest dimostra il potere della musica di creare e costruire legami più profondi, che vanno oltre al testo e alla melodia, e costituiscono il cuore della comunità unita nella sua diversificazione interna.
Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “1/1: Brian Eno” Il 21 Novembre 1969, esattamente cinquant’anni fa, l’umanità assisteva ad un avvenimento che avrebbe segnato un’epoca, contribuendo nella maniera più significativa di sempre ad azzerare gli spazi e i tempi che intercorrono del mondo: in questo esatto giorno di mezzo secolo fa, la rete di dati denominata ARPANET attivava il suo primo collegamento fisso, stabilendo una connessione duratura tra […]
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