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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “La Da Dee” – Cody Simpson
Ci sono alcune storie che devono essere raccontate ed alcune persone nascono per farlo. Personalmente chiamo queste persone Narratori, ma Dee preferisce riferirsi a se stessa come “il Cercatore“.
“Non ho creato Radio Silent per stare sotto i riflettori. L’ho creato per la ragione opposta, perché i riflettori fossero puntati sui casi e le persone che meritano attenzione. Per distogliere il mio pensiero ossessivo dal mistero che mi ha perseguitata per più di metà della mia vita. Non si è mai trattato di me. Si tratta delle persone che hanno bisogno di essere trovate.”
– Tom Ryan
Come avrete immaginato, Dee è la protagonista del libro di cui voglio parlarvi oggi: “Spero tu stia ascoltando” di Tom Ryan. Vi state chiedendo cosa sia Radio Silent? Ne parleremo più avanti.
Quando era ancora una bambina, sette anni, La-Da-Dee -Sì, dopo questa mi licenzio. E sì, ho messo quella soundtrack solo per fare questa “battuta”. Abbiamo finito con le domande? Bene, continuiamo.– e Sibby, la sua migliore amica, stavano giocando ad una casa su un albero nel bosco, costruita per loro ed altri bambini.
Un giorno, uno sfortunato dannato giorno –avete già capito che succede qualcosa di brutto, eh?– in cui erano da sole, Sibby viene rapita da due uomini mascherati, che lasciano la povera amica legata ad un albero. Da quel giorno, di Sibby non ci fu più notizia.
Dieci anni dopo, quell’evento continua a tormentare la vita di Dee che, perseguitata dai sensi di colpa per non essere riuscita ad impedire il rapimento, ha creato un podcast con il nickname “Il Cercatore” per risolvere i misteri delle persone scomparse. O meglio, attorno a Radio Silent, podcast di cui parlava dei casi delle persone scomparse, si creò una comunity di detective -ADP: detective col portatile– che investigano sui casi ed aiutavano a risolverli.
“Ovviamente non tutti i nostri casi finiscono bene. Omicidi. Suicidi. Tragici incidenti. Non c’è modo di evitarli perché non tutte le storie hanno un lieto fine. Ma per quanto mi riguarda persino un finale triste è meglio di non averlo affatto, e questo è sempre stato il mio obbiettivo: dare un finale a quante più storie incomplete possibile.”
– Tom Ryan
Dee non vuole essere scoperta: non ha creato i podcast per se stessa. Vuole solo aiutare. Ma si blocca quando una bambina che abitava proprio nella sua vecchia casa viene rapita. Aiuta, ma c’è qualcosa che fa male; qualcosa che la spinge a riaprire la porta che aveva socchiuso: il mistero di Sibby.
“Non c’è più da dieci anni e tutto quello che ho imparato sulle persone scomparse è che più il tempo passa, maggiori sono le probabilità che non tornino, e dato che è trascorso così tanto tempo, la percentuale è ancora più alta. Devo chiedermi: dove voglio arrivare? Perché lo sto facendo?”
– Tom Ryan
E così inizia ad indagare, ad informarsi sul caso che l’ha coinvolta in prima persona e dal quale ha cercato per tutta la vita di allontanarsi. La speranza c’è, prima una debole fiammella che si rafforza man mano che le indagini proseguono, che va a braccetto con la paura che sia troppo tardi; che non è riuscita ad aiutare Sibby nemmeno questa volta.
Sembra pesante?
Vi sorprenderà scoprire che è tutto il contrario: l’ironia, non eccessiva, ci vuole sempre. Dopotutto, la vita non è solo dolore e disperazione. –Sì, nemmeno io riesco a credere che ho scritto questa frase-.
Written by: Aurora Vendittelli
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