Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano “Immaturi – Alex Britti”.
Dopo i rumors degli ultimi giorni in seguito alle misure annunciate nella bozza del documento ministeriale che regolamenterà l’insegnamento durante l’emergenza Covid-19, il Decreto Scuola 2020 vede finalmente la luce.
Il 6 aprile infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto per provvedere alla fine dell’anno scolastico 2019/20. Il testo dovrà essere recepito da una o più ordinanze per divenire operativo, tuttavia in esso si scorgono provvedimenti per gli esami di Stato, per la valutazione dei docenti, per i concorsi, l’aggiornamento delle graduatorie, gli scrutini e i libri di testo.
Sono state presentate due ipotesi per la maturità e due per gli esami di terza media, a seconda che si torni in classe il 18 maggio o che non si torni fino a settembre. Nel primo caso, per la maturità ci sarà una prova nazionale di italiano e una seconda prova preparata dalla commissione interna, mentre per le medie è previsto un esame semplificato. Invece, se non si dovesse tornare a scuola, i maturandi sarebbero sottoposti a un’unica prova orale telematica, al contrario dei ragazzi di terza media, limitati a consegnare una tesina oggetto di valutazione finale.
In quest’ultimo caso, infine, tutti gli alunni potranno essere ammessi all’anno successivo, ma si provvederà comunque a recuperare a settembre.
Anche la vice ministra all’Istruzione Anna Ascani, dopo aver rassicurato tutti sulle sue condizioni di salute in seguito alla positività al coronavirus, ha voluto precisare quali sono le intenzioni del Ministero riguardo il temuto esame di Stato. Tramite una diretta sui social ha chiarito:
L’ammissione all’esame di maturità sarà generalizzata, ma la prova ci sarà, il “tutti promossi” è semplificazione scorretta. […] Nel decreto si parla di esame di maturità e la nostra battaglia è stata fatta per garantire che ci fosse un esame. Vogliamo che la prova ci sia e ci auguriamo di poterla svolgere con le modalità previste per il rientro a scuola in tempi relativamente brevi, ma questo ce lo devono dire gli scienziati. In ogni caso, una prova ci sarà ed è bene che sia così. Il dibattito sul “sei politico” è privo di senso, nessuno qui lo sta immaginando.
Il testo approvato ieri prevede, tra l’altro, l’assunzione di 4.500 docenti chiesta dal Ministero per recuperare parte dei posti liberati nell’estate del 2019 da “Quota 100”. I posti dovranno essere coperti dai vincitori di concorso o da chi è nelle graduatorie ad esaurimento.
Inoltre si potrebbe modificare la data di inizio delle lezioni per il prossimo anno scolastico, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni. Su richiesta dei sindacati della scuola, per il prossimo anno potranno essere confermati i libri di testo adottati quest’anno, in modo da facilitare l’eventuale integrazione e recupero degli argomenti persi. Infine diventa obbligatoria la didattica a distanza, elemento essenziale per il proseguimento delle attività didattiche curricolari. Se non si rientrerà a scuola, anche gli scrutini quest’anno avverranno in questa modalità.
Tuttavia arriva una nota dolente: lo svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego sono sospese. La ministra Azzolina precisa che l’incapacità di far fronte a questo impegno è dovuta a un sistema ancora troppo obsoleto, che implica la gestione di un milione di domande cartacee, raccomandate e bolli. Restano dunque valide le graduatorie d’istituto attualmente vigenti, mentre si provvederà ad aggiornarle il prossimo anno, con un sistema finalmente digitalizzato.
Eppure, ferme restando le restrizioni sullo svolgimento di tutte le prove concorsuali durante lo stato di emergenza, il decreto prevede che il Ministero dell’Istruzione possa bandire i concorsi per l’assunzione di personale docente ed educativo per cui possegga le necessarie autorizzazioni.
Per concludere, in un video pubblicato sul profilo Facebook del Miur, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha sottolineato:
Abbiamo messo in sicurezza l’anno attraverso la didattica a distanza. Tuttavia non si può parlare di “sei politico”: la valutazione di uno studente non è legata a un freddo voto numerico, ma serve per far sì che si guardi all’identità personale, alla crescita e alla maturazione del ragazzo.
Insomma, sembra che il decreto in questione abbia previsto ogni possibilità, non ci resta che stare a vedere quali saranno i prossimi sviluppi!
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