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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Our velocity” – Maximo Park
Divo. Differente da divino, da dio. Divo è colui le cui azioni sono palesi e conclamate, rinomate e visibili a tutti. Molto simile a Santo, ma definire Luciano De Crescenzo, nel giorno del suo compleanno, “santo” è un’esagerazione, un onore che gli avrebbe fatto fare uno di quei sorrisi sornioni che sono diventati famosi. Nel senso: “Ma che…”
Eppure entrambe le accezioni hanno un punto di vista comune.
Se divi erano gli dèi, ma anche coloro che hanno un’origine non divina, come gli eroi o i beati, o addirittura i Vip – vedi Achille, Ercole, Papa Woytila, Rodolfo Valentino, o Andreotti, giusto per fare accostamenti veramente azzardati- vuol dire che qualcuno gli ha attributo questa accezione. Vuol dire che qualcuno ha avuto per loro un apprezzamento, un ammirazione, forse anche una gratitudine fuori dal comune.
Visto in tivù, letto, citato, canzonato, imitato. Era, della cultura, un divo. De Crescenzo, col suo fare canzonatorio, sornione, “napoletano” ha fatto della divulgazione filosofica e scientifica la sua “missione”. Mi vengono in mente altri, come Piero Angela, suo figlio Alberto. Se proprio vogliamo volare altissimo Slavoj Zizek.
Ecco, con quest’ultimo, oltre la somiglianza fisica che fa rabbrividire- De Crescenzo ha un aspetto più da gentiluomo napoletano d’altri tempi- esiste una comunanza di intenti. Ziziek ha la capacità, secondo la dott.ssa Anna Fedosova, laureata in filosofia:
“… di parlarti come se fossi alla pari. Non importa se tu abbia visto i film che ha visto lui, letto i libri che ha visto lui. Se sei colto quanto lui, in poche parole. Ti parla come se fossi lui”.
Ma allora mi vien da pensare. Mi dovrebbe parlare colto, tecnico, dire “noumeno” invece di “se l’hai pensato è già una realtà” o definire “Fenomeno” in termini diversi dal portare ad esempio Maradona e Ronaldo in quanto manifestazioni dell’essere.
E invece De Crescenzo è stato il più grande divulgatore di filosofia in Italia proprio per un questo motivo. Ha saputo far conoscere la filosofia e la scienza, anche amarla, parlando in un linguaggio comprensibile, familiare a un bambino come ad un adulto. Pratico, da ingegnere qual era. Tanto che secondo lui il più grande filosofo era il suo portiere.
Uno dei pochi, come dice il nostro Ruggero Roccasecca, parlando con Machiavelli, che se traduce al popolo c’è un motivo… che sta a chi legge indagare e ricordare. Ci sarà utile.
Written by: Andrea Famà
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