Due personalità distinte.
Un americano ed un italiano.
Due artisti che a modo loro hanno contribuito allo sviluppo di una parola sempre più temuta: cambiamento.
Il rinnovarsi di un qualcosa ha sempre portato a critiche, invidie, paure e incertezze.
Tutte le volte, però, si finisce inevitabilmente per apprezzare quell’aria nuova, quel cambiamento che ci distoglie dalla mediocrità quotidiana, che ci incuriosisce e ci fa riflettere.
E’ sicuramente un caso che proprio oggi il premio nobel per la letteratura Dario Fo si sia addormentato nel suo letto d’ospedale a 90 anni, mentre più tardi veniva annunciato come vincitore dello stesso premio nobel Bob Dylan. Sicuramente però, un bel caso.
Questi due artisti si possono amare o criticare. Parliamo di uno attore, regista, scrittore, pittore, scenografo ed attivista, e di un cantautore, compositore e poeta.
La parola li unisce, l’abile arte del saper esprimersi, del saper comunicare qualcosa di nuovo, di saper coinvolgere.
«E’ una potente signora, che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile compie le opere più divine.»
Così definiva il logos, la parola, il greco Gorgia e non potremmo non pensare a quanto sia stata fondamentale nella vita di questi due grandi uomini.
Due uomini che sono sempre rimasti loro stessi e che anche per questo sono stati apprezzati; per non aver avuto paura di esprimere le proprie idee, in teatro o su un palco.
«Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi.»
«E per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana.»
A Dario Fo e Bob Dylan.
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