Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Argenti vive” – Caparezza
Il 2021sarà il settecentesimo anno dalla mortedi Dante Alighieri.
Firenze, città natale di Dante Alighieri e Ravenna, città in cui morì in esilio, omaggeranno il Poeta con una serie di iniziative.
Cittadino di Firenze e ispiratore della corrente artistica simbolista fra ‘800 e ‘900. Questi i due aspetti della figura di Dante Alighieri da approfondire in altrettante mostre presentate nei giorni scorsi proprio nel capoluogo toscano. Gli eventi si terranno nel 2021, a 700 anni dalla sua morte, al Museo Nazionale del Bargello.
Ossia, il luogo dove il 10 marzo 1302, nella grande Sala dell’Udienza, il Sommo poeta ricevette la sentenza che lo condannava all’esilio perpetuo, nonché al rogo qualora avesse fatto ritorno in città.
Dante e il Bargello
Tra tutti gli edifici di Firenze il Bargello ha un rapporto speciale e privilegiato con Dante.
Se all’interno delle sue mura egli fu presente come uomo politico e se qui furono pronunciate a più riprese le sue condanne, proprio grazie al Poeta, cinque secoli più tardi, quelle stessa mura saranno salvate da sicura rovina. In estrema sintesi, i fatti salienti.
Possiamo dunque immaginare Dante tra queste mura, parlare nella grande Sala dell’Udienza (oggi il Salone di Donatello). Camminare nel palazzo: certo, non ancora identico a come lo vediamo oggi, dato che ampliamenti, incendi e alluvioni ne determinarono varie modifiche già nel primo Trecento.
Fu appunto qui che il podestà Cante de’ Gabrielli da Gubbio il 27 gennaio 1302 pronunciò la prima condanna in contumacia di Dante a due anni d’esilio e 5.000 fiorini d’oro con l’accusa di baratteria, cioè di truffa e corruzione.
Ne seguirono altre: la seconda, del 10 marzo successivo, fu la più tremenda, con l’esilio perpetuo e la condanna al rogo se fosse rientrato a Firenze.
La rapida gloria della Commedia e la presa di coscienza della grandezza del poeta ingiustamente allontanato indussero a inserire il ritratto di Dante tra i personaggi del Paradiso affrescato nella Cappella del palazzo negli anni ’30 del Trecento.
Quando finalmente il 20 luglio 1840 i saggi riportarono in luce il ritratto di Dante, per il palazzo iniziò una nuova era. Ci vollero alcuni anni, ma grazie a Dante e alla sua fama, che nella cultura romantica del XIX secolo aveva assunto una vastissima risonanza, il palazzo venne restaurato e riportato alla sua struttura originaria.
Rimosse tonnellate di murature, celle e inferriate, l’aspetto fatiscente delle prigioni divenne solo un ricordo e nel maggio 1865 il palazzo apriva al pubblico nel suo splendore, con una mostra dedicata al padre Dante, pronto alla sua nuova vita, come primo Museo Nazionale del regno d’Italia.
La prima mostra è proprio dedicata alla ricostruzione del rapporto fra Dante e il Bargello: Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante, in programma dal 23 marzo al 25 luglio 2021. Nasce dalla collaborazione fra i Musei del Bargello e l’Università di Firenze avviata nel 2018. Collaborazione che ha portato a frequenti incontri tra professionalità del mondo museale e della ricerca. La seconda rassegna, intitolata La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista, è incentrata sulla fortuna dantesca nella seconda metà dell’800. Si terrà dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022. Una selezione di opere che offrono un campionario di immagini “sublimi, mistiche e oniriche” che il poema dantesco offriva al mondo dell’arte. Si fa anche riferimento alla mostra che il Bargello ospitò nel 1865, nella quale Dante, nel neonato Regno d’Italia, venne indicato come precursore dell’unità nazionale.
“Il 2021 a Firenze – ha ricordato l’assessore comunale alla cultura, Tommaso Sacchi – sarà un anno densissimo di inaugurazioni di grandi mostre dedicate al Sommo poeta. Ma anche un anno di lavoro per aprire il primo vero grande museo dedicato alla nostra lingua, e a tutti quei mondi connessi al grande patrimonio dantesco e della lingua italiana”.
Gli eventi di Ravenna nel dettaglio
Ma ripercorriamo insieme la storia. Dante ha vissuto in esilio per vent’anni. La sua attività politica tra i Guelfi Bianchi, quando presero il potere i Guelfi Neri lo portò alla condanna delpagamento di una multa e alla requisizione dei beni, ma soprattutto all’esilio.
Era l’autunno del 1301. Non essendosi presentato, la condanna divenne a morte. Non potè più tornare a Firenze e morì in esilio a Ravenna nel 1321: lì le sue spoglie sono ancora sepolte. Ed è proprio Ravenna che si accoda alle iniziative fiorentine per celebrare il Sommo Poeta. In occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri è in programma il progetto espositivo Dante. Gli occhi e la mente.
Si tratta di tre mostre che vogliono omaggiare il Sommo Poeta attraverso differenti prospettive organizzate da Comune di Ravenna, dall’Assessorato alla cultura e dal MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna.
C’era un profondo legame tra Firenze e Ravenna.
La Galleria degli Uffizi e il Comune di Ravenna hanno infatti firmato un accordo di collaborazione pluriennale. Nel 2021 i primi prestiti del museo fiorentino alla mostra Le Arti al tempo dell’esilio.
Altri seguiranno con cadenza annuale, in occasione di ogni settembre dantesco, cui si aggiungerà il deposito a lungo termine di alcune opere che saranno parte integrante del progetto Casa Dante.
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