Appena sedici anni, i lineamenti ancora da bambina, due trecce bionde che le cadono lungo le spalle: questo è il volto di Greta Thunberg, una delle più grandi attiviste che la storia abbia mai incontrato, una coraggiosa portavoce la cui giovane età non corrisponde minimamente allo spessore e all’urgenza delle sue parole, che hanno scosso gli animi delle migliaia di persone che rappresenta e del consesso dei presenti Sabato 16 dicembre 2018 alla COP24, la Conferenza sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite a Katowice, in Polonia, che potete (dovreste assolutamente) osservare nel video.
Facciamo un passo indietro. Agosto 2018. Ogni Venerdì, una ragazzina si stanzia ai piedi del Riksdag, il Parlamento nazionale svedese, per manifestare contro i cambiamenti climatici. Che ci sia pioggia o vento, tanta gente o nessuna, lei è sempre lì, immancabilmente. I mesi passano, ma lei non demorde. “Skolstrejk för klimatet”, “Sciopero della scuola per il clima”, così recita il cartoncino che porta sempre con sé, tre parole piccole come gocce nel mare che, attraverso la magia degli hasthtag e del passaparola mediale, sarebbero ben presto confluite in un implacabile oceano di attivismo.
Non passa molto tempo infatti prima che questa curiosa giovane attiri l’attenzione delle masseq con la sua caparbietà, mai adombrata da alcuna vena di aggressività, ma al contempo terribilmente marmorea, gravida del grande peso che il suo messaggio possiede, la gravità del problema ambientale ancora troppo ignorato dal governo e dalla politica in favore di questioni futili e poco lungimiranti.
Ecco dunque comparire in varie parti del mondo, tra cui in Italia, i primi movimenti a sostegno di Greta Thunberg, pacifici e apolitici, tra i quali figurano “Fridays For Future” e “School Strike 4 Climate“.
Passato qualche tempo, infatti, ogni Venerdì, mentre una parte del mondo sospira ingenuamente di sollievo per l’avvicinarsi di un weekend di beato relax sul divano, l’altra si arma di zainetto, cartelli e manifesti, e abbandona la scuola per marciare pacificamente fino ai palazzi del potere locale per far sentire la risonanza di mille voci che tuonano all’unisono, ma che in realtà nascono dalle corde vocali della giovane svedese che ha lasciato a bocca aperta più di qualche individuo ai piani alti del potere: riduzione del 50% delle emissioni entro il 2030, azzeramento entro il 2050, sviluppo concreto delle conoscenze scientifiche sui temi, un serio coinvolgimento dei politici su quello che non è un noioso problema secondario, ma la nostra vita e quella dei nostri figli, sono queste le richieste formulate.
Facciamo ora un flashforward e torniamo al presente. Sono passati alcuni mesi dal pronunciamento delle parole che avete ascoltato nel video posto in apertura di questo articolo introduttivo, ma il loro impatto è tutto fuorché metabolizzato:
Ho imparato che non si è mai troppo piccoli per fare la differenza.
Siamo venuti qui per farti sapere [tu, politico adulto] che il cambiamento sta arrivando, che ti piaccia o no.
Se le soluzioni all’interno del sistema sono così impossibili da trovare, forse dovremmo cambiare il sistema stesso.
Greta Thunberg
Questo e molto altro è quanto è uscito dalla bocca della giovane svedese che, dopo aver aspettato educatamente che le venisse concessa la parola, si è espressa in un impeccabile inglese, andando a toccare i cuori e le coscienze di tutti i presenti dando voce a quel che nessuno aveva ancora avuto il coraggio di dire a voce alta. Eppure, si tratta pur sempre di una sedicenne come tutte le altre, una persona che ha coinvolto le masse molto più del migliore tra gli oratori perché, in quanto slegata dalla politica e dal potere, non le importa di essere impopolare, ma le interessa la giustizia e il nostro pianeta vivente. Basta con questi soliti discorsi retorici “le istituzioni fisseranno nuovi obiettivi per contrastare l’inquinamento ambientale”, basta affrontare la situazione come se fosse un problema secondario con qualche sterile provvedimento che non vedrà mai una reale mobilitazione. Qualcosa sta realmente cambiando, qualcos’altro deve cambiare e migliaia di sostenitori stanno polarizzando i loro sforzi affinché qualche altra cosa ancora rovesci le sorti della nostra Terra sempre più malata, il nostro lascito alle vite di domani.
Perché vi stiamo raccontando tutto questo?
Le ragioni principali sono due:
Per accompagnarvi per mano, attraverso questo articolo introduttivo, verso le varie tappe che percorreremo, di settimana in settimana, sulle orme di Greta Thunberg e dei suoi sostenitori, attraverso testimonianze sempre nuove;
Per contestualizzare in maniera dettagliata e completa il #climatestrike che si terrà domani stesso a Roma, in Piazza Madonna di Loreto, che consisterà in una pedalata per il clima che vedrà migliaia di persone in bicicletta e altrettante a piedi far sentire la propria voce.
Sebbene in minuscola parte, sarà questa rubrica il nostro segno di coerenza con i principi che animano questo movimento ambientalista: non parlare soltanto, ma agire concretamente per smuovere le coscienze in maniera pacifica, unire le forze per cambiare, stavolta per davvero, le cose.
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