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La religione è un insieme di misteri di fede e tradizioni che si tramandano da millenni e che si intersecano con la storia del luogo in cui questa viene professata.
È comune portarsi dietro simboli e oggetti per protezione personale. Una sorta di scudo in miniatura appeso al collo (poiché molto spesso sono ciondoli) che ha una storia e un significato molto profondo.
È un viscerale bisogno di avere una difesa spirituale sempre con sé, che si concretizza in diverse forme.
Nella tradizione cristiana ci sono le medaglie, anche dette medagliette, a cui i fedeli attribuiscono protezioni e miracoli, in particolare la funzione di difendere dal demonio chi la indossa o porta sempre con sé come ciondolo, bracciale, o semplicemente conservata nel portafogli.
Una di quelle con più potenza difensiva è quella di San Benedetto da Norcia.
Il santo durante la sua vita fu oggetto di attacchi del demonio, che non andarono mai a buon fine, e venne aiutato da eventi straordinari. Satana cercò di farlo avvelenare dai suoi stessi compagni, venendo sconfitto dal semplice segno della croce che il santo faceva spesso. Questo ha reso la medaglia di san Benedetto oggetto di protezione contro l’invidia e le tentazioni demoniache e l’ha resa molto diffusa tra i fedeli.
La sua origine è incerta: pare che alcune donne, accusate di stregoneria nel XVI secolo, dichiararono di non essere riuscite a distruggere un monastero benedettino a causa delle croci presenti. Si scoprì che ve n’erano alcune con indecifrabili iscrizioni, riportate ora sulla medaglietta insieme alla raffigurazione del santo.
Sul retro della stessa c’è una croce con delle iniziali C.S.P.B. cioè Crux Sancti Patris Benedicti (Croce del Santo Padre Benedetto) insieme ad altre che indicano la preghiera del santo contro il demonio e le sue tentazioni.
Proprio per la sua continua lotta contro il male, alla medaglietta viene affidato anche potere di esorcismo, riconosciuto dalla Chiesa Cattolica, ed è per questo che il santo viene spesso invocato anche in questi riti.
Recentemente è stato denunciato un commercio di false medagliette, recanti in basso un’incisione non cristiana ma di stampo massonico. Recitano infatti la scritta “sconfitta del Cristianesimo, caduta di Cristo”, confermando l’importanza di questo simbolo all’interno della credenza cristiano cattolica.
In realtà le medagliette non sono l’unico esempio del bisogno di avere simboli di protezione con sé, ma semplicemente quello apparentemente più comune oggi.
Analogicamente nel mondo pagano, ovvero nel mondo che gira attorno alle divinità definite pagane e quindi ai pantheon antichi –un pantheon divino è l’insieme di tutti gli dei di un popolo. Che siano uno, nessuno o centomila non fa differenza.-, esistono le rune e altri simboli celtici…ma andiamo con calma.
Le rune erano l’alfabeto usato dai popoli nordici nonché il linguaggio della magia, e attualmente sono uno dei tanti linguaggi usati nel paganesimo per i riti.
Secondo il mito, raccontato dall’Edda -una sorta di Genesi unita all’Iliade e all’Odissea di Omero, però norrena.- Odino, il re degli dei, diede in pegno un occhio, per bere dalla fonte di Mìmir, il dio della conoscenza, e ottenere in dono la conoscenza del cosmo.
“Un tempo venne Allfodhr (Odino) e chiese di bere un sorso alla fonte, ma lo ottenne soltanto dopo aver lasciato in pegno un occhio. […]:
Tutto io so, Odhinn,
dove hai nascosto il tuo occhio,
nella fonte famosa di Mìmir;”
(Edda – Snorri Sturluson)
Le 24 rune hanno ognuna un significato proprio, o più di uno, e vengono spesso combinate insieme per formare frasi che ne modificavano il senso singolo per il valore complessivo.
Ad esempio:
In questo ciondolo sono combinate Ansuz (Benedizione), Wunjo (Armonia) e Raido (Lavoro) –si, ogni runa ha il proprio nome.– e combinate insieme possono essere interpretate come “augurio di emozioni positive e buon lavoro”.
Quando si tratta di scriverle sulla pelle, durante riti pagani o, anche solo, perché abbiano maggiore effetto, si tende a farlo nel posto che si percepisce essere più idoneo. La persona che riceve la runa –che a volte può coincidere con chi l’ha scritta, ma non sempre.- sente dove va disegnata, come se avesse già un suo posto preciso. Una sorta di certezza interiore.
Un avvenimento che può aiutare a capire questa sensazione di “appartenenza” riguarda la Torre Eiffel: tutti sappiamo che dopo l’esposizione, il monumento doveva venir smontato, ma è ancora in piedi perchè, in quel poco tempo che era rimasta in piedi, aveva modificato in modo permanente lo skyline di Parigi. Ormai ne faceva parte in maniera indissolubile.
Questo vale anche per i simboli celtici.
A differenza delle rune, questi hanno singoli significati che non possono essere combinati. Questi ultimi sono maggiormente usati nei riti oppure vengono portati in giro come le medagliette cristiane.
Ma questa non per forza: nel paganesimo tutto varia a seconda del fedele.
Anche perché, è comune creare sacchettini o boccette, con erbe e pietre, da appendere al collo.
Questi sono creati tramite dei riti come protezione o augurio di vario genere verso il ricevente. Gesto che ha radici affondate, probabilmente nello sciamanesimo delle religioni africane.
Quindi, diciamo, che oggi abbiamo conosciuto solo la punta dell’iceberg.
Le religioni, per avvicinarsi all’uomo e toccarlo, hanno la necessità di rendersi materia tangibile. Medaglie, ciondoli, immagini…tutti oggetti che rendono la spiritualità concreta.
SCRITTO DA: TERESA CORRADO E AURORA VENDITTELLI
Written by: Ro Vendittelli
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