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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “River Flows In You” – Yiruma
La realtà occidentale è piena di simboli.
Sono sempre sotto i nostri occhi: disegnati sui muri, abbozzati nelle mattonelle o nelle pietre, nei gioielli, nei vestiti…
Sembra strano, ma a volte sono anche nei gesti che facciamo in automatico. –Fa paura pensare quanto una persona possa essere condizionata dall’ambiente di nascita, anche nei minimi dettagli-.
Abbiamo suscitato la tua curiosità? Bene! Iniziamo
Ma per molti il simbolo del Crocifisso è nato con la crocifissione di Gesù. I credenti cattolici sono molto gelosi del simbolo che racchiude la loro intera dottrina.
La morte e resurrezione di Cristo rappresenta una futura morte e resurrezione dell’uomo. È la vita eterna ricercata fin dall’antichità e si sofferma sulla croce, dove venne ucciso l’uomo-dio prendendo su di sé tutti i peccati del mondo.
La raffigurazione di Gesù, appeso al legno, ricoperto di sangue e sofferente, è il più forte simbolo della cristianità, emblema di fede e di misericordia.
L’iconografia, come la conosciamo noi, avviene solo nel IV secolo perché, riferendoci alla crocifissione del tempo in cui ebbe inizio il cristianesimo, questa era del tutto diversa: il supplizio per i condannati a morte avveniva o su un palo o, in alternativa, su un albero.
La Croce è stata rappresentata in molti modi. Riportata in affreschi e dipinti, in sculture marmoree e lignee o in monili di ogni materiale e genere, da quelle fatte con del semplice spago a quelle costosissime di oro e giada.
Per sfuggire alle persecuzioni, i primi cristiani, preferivano riconoscersi associando due lettere greche, tau e rho, che ricordavano le linee della croce o utilizzavano altri simboli presi in prestito dalle altre religioni.
Secondo la leggenda, Costantino, il primo grande Imperatore cristiano, in lotta contro Massenzio per la corona, prima di un’importante battaglia, ebbe una visione che gli suggerì di mettere una croce sulle insegne e sugli scudi dei soldati. Questo gli permise di sconfiggere il suo nemico ed è per questo che, secoli dopo, i crociati posero il simbolo sulla loro veste, ad indicare che erano protetti da Cristo, che erano nel giusto e che, perciò, avrebbero vinto le loro guerre. Non è un caso che tutto questo sia capitato a Costantino: ancora oggi nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma sono custoditi i chiodi della croce di Gesù ritrovati, secondo la leggenda, da sua madre, Elena.
Da allora la croce è diventata una fonte di salvezza non solo dell’anima, ma anche per il corpo. La troviamo nelle chiese, in montagna, lungo le strade, in luoghi dove si fermavano gli eremiti o in sentieri di passaggio.
Oggi è ormai un riflesso involontario farsi il segno della croce quando passiamo accanto a cimiteri, chiese o posti molto impressionanti. Viene fatto da alcuni quando sono spaventati, per chiedere protezione; o ad esempio dalle nonne quando vedono qualcosa di “scandaloso”; o anche dagli atleti quando stanno per gareggiare.
Può capitare di vederlo fare da persone molto adulte, poco prima che cominci un viaggio. Infatti è un gesto che accompagna i marinai che lo compiono non solo prima di salpare, all’inizio di ogni viaggio, per terra o per mare. Questo gesto viene usato anche dai non credenti, come segno di buon augurio, prima di lanciarsi con il paracadute, oppure prima di entrare in scena. È entrato a far parte della vita quotidiana di tutti. Soprattutto nei momenti di maggior pericolo o in quelli in cui si prova ansia, paura, timore per sè stessi.
Per alcuni, infatti, è diventato un segno scaramantico, come toccare ferro o affidarsi ad un amuleto portafortuna. In quest’ultima occasione abbiamo la possibilità di portare un crocifisso al collo e stringerlo per cercare conforto.
Se si pensa al Cristianesimo, la religione opposta viene identificata nel Satanismo o il Paganesimo, dipende dai punti di vista – lo ricordate, vero? È quella religione che prende in causa tutte le mitologie conosciute e le fonde insieme senza mescolarla. Quella che Aurora nomina sempre, dai…-; e questo a causa di una concezione errata di quest’ultima.
Perciò è opportuno parlare del simbolo che il culto del “diavolo” – povero, sempre messo in mezzo– ha in comune con il paganesimo: il pentacolo.
Composto da una stella a cinque punte iscritta in un cerchio, è un simbolo antichissimo e di cui si hanno tracce fino alle civiltà sumere e assire e, a causa della sua forma, viene spesso confuso con Il Sigillo di Salomone, altrimenti conosciuto come Stella, o Scudo, di David.
Uno dei suoi tanti altri nomi è Pentalpha, come veniva chiamato nell’Antica Grecia. Questo deriva dal fatto che sia formato da cinque A (alpha) intrecciate, e, proprio perché la lettera corrispondeva all’inizio dell’alfabeto, simboleggiava l’inizio di qualcosa. –Che cosa? Beh dipende da chi lo possedeva: un’avventura, una nuova carriera, una svolta importante…-
Successivamente, con il Cristianesimo arrivò a simboleggiare le piaghe di Cristo, poiché dello stesso numero delle sue punte. Infine nel periodo cavalleresco divenne la rappresentazione delle cinque virtù che ogni cavaliere doveva possedere: generosità, cortesia, castità, cavalleria e pietà. –Facciamo la conta: uno, due, tre, quattro e cinque! Oh, ad oggi non ne resta nessuna-.
Simbolo di conoscenza, di inizio e di nuove possibilità, della passione di Cristo, delle virtù più nobili e di illuminazione divina – per via della sua forma-; come divenne un simbolo negativo?
La risposta, in questi casi, è purtroppo sempre una: il periodo dell’Inquisizione. In quei secoli il pentacolo divenne il simbolo del male e chi lo portava, conoscendone il vero significato, veniva perseguitato. È anche per questo motivo che in genere venivano fatti con materiali facilmente malleabili –pensate che ansia vivere con il fiato sul collo fino a questo punto!- e che potessero essere distrutti senza lasciare indizi sulla sua precedente forma.
Entrambe, la differenza sta nella direzione della quinta punta, ma in entrambi i casi mantiene intatto il suo originale significato.
Attualmente le sue cinque punte simboleggiano i quattro elementi, aria, acqua, terra e fuoco), è l’ultima, che può essere rivolta verso l’alto (wiccan) o verso il basso (satanisti), rappresenta lo spirito.
Nella Wicca ottiene anche altre interpretazioni, però: la forma della stella può ricordare, per via della posizione, quella di un uomo posto al centro di un cerchio, che rappresenta la Divinità. Questa visione del pentacolo si collega perfettamente alla visione pagana secondo cui l’uomo è circondato ed è parte del divino.
Nel Satanismo, la punta verso il basso può significare che lo spirito venga protetto dalle energie materiali e rappresenta anche il monito di non far prevalere la parte spirituale su quella materiale e di godersi tutte le situazioni, affrontando le più difficili senza sottrarsi rifugiandosi in mondi immaginari.
Storie inaspettate, eh?
Aspettate di leggere che altro abbiamo in servo per voi…
SCRITTO DA: TERESA CORRADO E AURORA VENDITTELLI
Written by: Aurora Vendittelli
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