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Musica

Cover vs Originale. Part 3

today31 Luglio 2022

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Se perdo anche te” – Gianni Morandi

Prosegue il nostro viaggio dentro la musica. Ci entreremo anche oggi con tutte le scarpe alla scoperta delle cover che hanno superato in popolarità i brani originali.

Che poi non è detto che siano migliori. Sono semplicemente diverse. Perché in fondo nella musica, parlare di migliori o peggiori ha davvero poco senso. Cambiano le sfumature, cambiano i punti di vista, cambiano le intenzioni forse. Attraverso voci diverse e diversi arrangiamenti si modellano su uno stesso scheletro sonorità nuove, vibrazioni che vanno altrove.

Siete pronti per continuare a viaggiare?

Whisky in the Jar – Thin Lizzy

Siamo nel 1973, in piena rivoluzione musicale del Rock and Roll. Nascono ovunque band che amplificano e rielaborano tutte le sonorità provenienti dal decennio precedente. Da qui partono diramazioni infinite della musica più travolgente che si sia mai sentita. I Thin Lizzy lanciano questo brano che ci ascoltiamo nella versione originale. Il riff iniziale promette bene. E la canzone si fa ascoltare e soprattutto ballare a dovere!

Molti, molti anni anni dopo ci pensano i Metallica a rivestirla con la loro proverbiale energia. È recentissima la loro cover che ha riportato in auge Whisky in the Jar accompagnandola con un video che è tutto un programma. Scatenatissima, “incattivita” nelle sonorità grazie anche alla voce di James Hetfield. Il riff e il ritornello sono quasi “esagerati”. Nel senso migliore del termine.

Non si resiste, è un successo mondiale.

Solitary Man – Johnny Cash

Tutt’altra atmosfera per questo evergreen cantato da Johnny Cash. In questa versione il brano si veste di poche cose perché è corposo già da sé. La voce scura di Cash, le sonorità tra il folk e il country. Nella massima semplicità emerge un brano che ha fatto storia.

Ma vi ho tratti in inganno perché, forse non tutti sanno, che il brano, in realtà fu scritto nel 66 da un altro grande artista. Neil Diamond. La sua versione originale era più melodica, in tonalità più alta, con voce più ampia e luminosa. Cambia il mood, ma il successo è lo stesso. Solitary Man è di per sé un brano talmente riuscito che non può venire fuori male, neanche a volerlo. Voi che ne pensate?

E arrivano gli anni duemila. Il brano ha ancora un potenza storica incredibile, attraversa gli anni senza la minima ruga d’invecchiamento. E gli H.I.M. -His Infernal Majesty- lo coverizzano in chiave decisamente più dura. Le sonorità tipiche del metal e dell’Hard Rock riecheggiano nella loro versione davvero sfrontata. Se possibile la canzone diventa ancora più incisiva, ancora più bella. Davvero un esperimento riuscitissimo!

Sorpresa delle sorprese! Anche l’Italia vanta la sua “cover€ di questa canzone. Negli anni sessanta era molto in voga creare delle versioni italianizzate dei grandi successi del momento. L’onore di rendere famoso in casa nostra questo brano è di Gianni Morandi.

Siamo nel 67, solo un anno dopo la pubblicazione originale di Neil Diamond. Il titolo diventa Se perdo anche te. Il testo ovviamente prende una piega diversa sfruttando la bella melodia di base.

E in effetti, rende bene in qualsiasi versione… o no? Dite la vostra.

Anche il nostro viaggio di oggi dedicato alle cover storiche è terminato. Rileggete gli articoli precedente cliccando qui e qui. E naturalmente l’appuntamento è al prossimo giro di Juke box.

Written by: Valentina Proietto Scipioni

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