Young ASCOLTA LA DIRETTA
Deep
Relax
Passion
Soundtrack da ascoltare durante l’ascolto “Sunday Morning” -The Velvet Underground
Oggi inauguriamo un percorso davvero speciale perchè ce ne andremo a spasso tra gli scaffali di un immaginario negozio di dischi. Di quelli datati, magari anche un po’ polverosi, in cui, però, possiamo “pescare” chicche d’epoca per le nostre orecchie, ma anche per i nostri occhi.
Come per i libri, anche nei dischi le copertine sono un biglietto da visita fondamentale. Raccontano la scintilla e il processo creativo dell’album oppure, più semplicemente, si fanno manifesto del pensiero dell’artista o del suo percorso musicale. Ce ne sono alcune che hanno fatto storia e che sono diventate anche più celebri del disco stesso. Oggi, però, voglio raccontarvi di alcune cover che hanno fatto la differenza per il semplice fatto l’immagine che le rappresenta è stata creata da grandi artisti.
Avete mai sentito parlare di Cover Art o, per meglio dire, L’Arte delle Copertine?
L’origine di questa “pratica” è comincia alla fine degli anni ’50 e furono proprio i Beatles i primi a scegliere un artista per realizzare la copertine del loro album Sgt.Pepper’s Lonely Hearts Club Band all’artista pop art Peter Blake. Arte figurativa e musica si fondono fra di loro, ma, come sappiamo, tutte le arti si comprendono a vicenda. Così anche le copertine diventano parte integrante di un progetto musicale. Questo sarà un viaggio nella musica attraverso l’arte figurativa, che parte dagli anni ’60 fino ad arrivare a noi.
Il primo album del gruppo The Velvet Underground and Nico nasce nel 1967. Andy Warhol è il produttore non solo della copertina e del capolavoro in sè -proponendo la collaborazione tra il gruppo The Velvet Underground e la cantante tedesca Nico-, ma anche dello scandalo. La copertina del cosiddetto “banana album” invitava a chi guardava a “sbucciare lentamente e vedere”. Infatti, togliendo l’adesivo sotto il quale il frutto appariva colorato di rosa shocking come chiara allusione alla parte intima maschile. Il suo successo fu tardivo a causa proprio della forte provocazione. Andy Warhol unì nella copertina, la sensibilità dei testi alla sensibilità dell’immagine, tanto da essere stilato dalla rivista Rolling Stone come una tra le dieci copertine migliori della storia.
Le metafore maliziose di Andy Warhol diventano ancora più trasgressive e più visibili! La cover di Steaky Fingers dei Rolling Stones -classe 1971- mette ben in evidenza la parte intima del modello Joe Dallesandro, attore e amante dell’artista pop, in un paio di blue jeans attillati. Tra l’altro nella versione LP la zip è apribile. Ancora una volta Warhol stravolge il mondo dell’arte unendo la forza comunicativa ad una buona dose di provocazione, e così Steaky Fingers diventa una delle più celebri copertine al mondo. L’originale può essere ammirato alla Galleria Deodato Arte di Milano.
Facciamo un bel salto e arriviamo al 2009. La protagonista è la provocazione fatta persona, Madonna. Il disco è Celebration e racchiude tutti i suoi più grandi successi dal 1982 al 2009. La sua copertina viene affidata allo street artist Mr. Brainwash, pseudonimo di Thierry Guetta. Cosa ci ricorda però questa immagine? E’ ovvio che si tratta della serigrafia a colori di Marilyn Monroe di Andy Warhol, ancora una volta ritroviamo il genio!
L’allieva supera la maestra, o quantomeno l’ispiratrice per eccellenza, e l’allieva in questo caso è Lady Gaga, la nuova reginetta. L’album Art Pop esce nel 2013 e la sua copertina è tutto dire. Stavolta è il pittore Sandro Botticelli a diventare Pop. Infatti la copertina dell’album vede Lady Gaga in primo piano con tanti ritagli de La Nascita di Venere alle spalle. L’artista è raffigurata seduta con una grossa sfera blu che la censura in un punto ben preciso. Il progetto è stato affidato all’artista contemporaneo, nonché neo-pop, Jeff Koons con il quale ha collaborato diverse volte. Nel lead single dell’album Applause, Gaga fa una dedica all’artista dicendo: “One second I’m a Koons, then suddenly the Koons is me”.
Se volete farvi cullare dalla malinconia a ritmi elettropop, Melodrama di Lorde è l’album giusto per voi e la copertina è tutto un programma. E’ stata realizzata dall’artista astrattista Sam McKinnis, al quale la cantautrice neozelandese, ancora diciannovenne, ha richiesto un dipinto che suscitasse: “un tipo di colorata inquietudine e eccitazione adolescenziale, energia e potenziale”. E, stando ai ritmi, aggiungerei anche euforia e vertigine esistenziale. Non solo, l’idea di questa cover era proprio di rappresentare “una teenager sdraiata sul proprio letto di ritorno dopo una lunga notte, all’alba”. La copertina fu elogiata dalla critica tanto che la rivista New Musical Express la definì come la quindicesima miglior copertina di un album del ventunesimo secolo.
Come primo appuntamento fra le copertine musicali più celebri del mondo direi che non c’è male. Lascio spazio ai miei colleghi di redazione che vi racconteranno ognuno una serie di cover catalogate in modo che nemmeno immaginate. Restate connessi e vedrete…
Scritto da Christian Inbrunnone
Written by: Redazione
© 2023 voicebookradio.com Cod.Fiscale 97824430157 - P.Iva 10494570962 - Licenza SIAE n.6671 - anno 2023
Post comments (0)