Sabato 1 dicembre, Meng Wanzhou, 46 anni, vicepresidente e direttore finanziario di Huawei, nonché figlia del suo fondatore Ren Zhengfei, è stata arrestata in Canada su richiesta degli Usa.
Chi è Huawei?
Huawei, colosso delle telecomunicazioni cinesi, è stata fondata nel 1987 e ha il quartier generale a Shenzhen, Guangdong, in Cina. Attualmente, la società ha oltre 170 mila impiegati in 170 paesi ed è il secondo produttore di smartphone al mondo,
dopo Samsung, avendo sorpassato Apple nel secondo trimestre del 2018.
Un rapporto non ottimale
L’arresto di Wanzhou capita in un momento molto delicato tra Usa e Cina nel campo tecnologico: le due nazioni erano infatti da tempo in trattativa in merito ai dazi doganali e, solo ultimamente, si erano intravisti spiragli di intesa.
Washington negli anni passati aveva inoltre espresso molta preoccupazione in merito ai dispositivi mobili prodotti da Huawei, a causa del possibile rischio di spionaggio, per via degli stretti legami dell’azienda con il governo cinese. La società cinese è attualmente sotto inchiesta per aver violato i controlli commerciali americani nei paesi di Cuba, Iran, Sudan e Siria.
È infatti proprio a causa della violazione in Iran, secondo il governo americano, che la figlia del proprietario Huawei è stata arrestata in Canada questa settimana, ed ora rischia anche di essere estradata.
Cosa succede adesso?
L’azienda ha subito dichiarato che non sono a conoscenza di illeciti e che sono state fornite poche informazioni riguardo le accuse. L’arresto del direttore finanziario di Huawei rischia ora di scatenare una crisi diplomatica, tanto che il governo cinese avrebbe addirittura richiesto ufficialmente alle autorità canadesi di liberarla: per la Cina è in corso “una seria violazione dei diritti umani”. Huawei ha dichiarato: “Non siamo a conoscenza di alcun illecito commesso dalla direttrice finanziaria” insistendo anche su come Pechino non abbia alcuna influenza sulla compagnia.
Pochi giorni dopo l’arresto il governo cinese ha affermato: “Abbiamo presentato rimostranze formali a Canada e Stati Uniti, chiedendo che entrambi chiariscano immediatamente le ragioni dell’arresto e liberino subito l’arrestata per proteggere i diritti legali della persona”.
Il contraccolpo dell’evento intanto si fa sentire sui mercati, con tutte le piazze finanziarie asiatiche in ribasso: la vicenda avrebbero infatti fatto crollare in borsa la maggioranza dei titoli cinesi, specialmente Huawei.
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