Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “Sunshine – Sia”
Non sarà né il primo né l’ultimo che verrà messo in funzione nei prossimi anni, eppure rappresenta un importante atto di collaborazione di respiro internazionale nella lotta alla crisi energetica che sta segnando il nostro tempo: è stato appena approntato in Provenza l’edificio che entro il 2025 ospiterà il tokamak Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor), il primo “Sole artificiale” del nostro continente.
Questo importante passo, frutto della cooperazione di ben 35 Paesi, tra i quali spiccano Italia, Russia, Cina, Usa, Giappone, India e Corea del Sud, consentirà nel giro di una manciata d’anni di ottenere grandissime quantità di energia senza l’onere delle scorie radioattive dovute al decadimento degli atomi coinvolti nella reazione: a differenza del processo di fissione nucleare, il tokamak Iter sarà programmato per eseguire fusioni nucleari, vale a dire quell’incessante serie di reazioni che avvengono nel cuore delle stelle (di qui il soprannome degli impianti di questo genere) e che producono incalcolabili quantitativi di energia.
In questo caso, saranno degli isotopi pesanti dell’atomo di idrogeno (il deuterio e il trizio) che, portati a temperature di milioni di gradi attraverso delle correnti elettriche molto potenti, produrranno un plasma di ioni, dunque un quantitativo elevatissimo di energia e come unica sostanza di scarto degli atomi di elio.
Sarà questa l’energia del futuro?
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