Young ASCOLTA LA DIRETTA
Deep
Relax
Passion
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Sono solo parole” – Noemi
Buongiorno!
… Avete notato che si inizia sempre con “buongiorno” o “salve“? Anche se alcuni miei colleghi sono più diretti e vanno spediti al punto. Eppure ci sono così tanti modi per iniziare una conversazione…
La nostra lingua, come tutte quelle parlate, è una lingua viva, pulsante, scattante, plasmabile.
E, come qualsiasi cosa di vivo, è soggetta ad una trasformazione, ad un cambiamento nel corso del tempo. Anche in pochi anni.
La lingua cambia anche tra le varie generazioni e ciò diventa incredibilmente pericoloso quando si vuole fare conversazione.
Parole che per una generazione sono accettabili, o fastidiose, per la Generazione Z sono inammissibili. Ma senza spingersi in esempi così estremi, esistono anche simboli e immagini che vengono usate e interpretate in maniera differente tra le varie generazioni, ma anche nella stessa.
Kevin, un ragazzo con cui ho parlato molto e con cui ho avuto alcune volte dei “problemi di comunicazione” –in pratica abbiamo discusso– a causa delle sfumature delle parole, mi ha detto:
“I significati delle parole variano sempre, poiché ognuno può leggerle con sfaccettature diverse di volta in volta. Anche una stessa persona può, a seconda del contesto, capire cose diverse dalla stessa parola. Molto spesso si creano litigi e incomprensioni a causa di ciò. In un epoca dove si scrive molto online, il non spiegare la propria interpretazione di una parola crea molto spesso disagi e disaccordi tra le parti; in sostanza non è più difficile comunicare oggi piuttosto che un tempo, bisogna solo metterci un pizzico di impegno in più per evitare incomprensioni e magari di perdere chi a noi è caro.”
Un esempio sono i meme, che per le generazioni più giovani fanno ridere, ma poi arrivi alla classica situazione che fai vedere questa immagine ai tuoi genitori e questi ti guardano e iniziano le domande: “Perchè fa così?”, “Non fa ridere”, “Che vuol dire?” . O ancora peggio quando il meme riguarda la scuola: “Anche tu fai così?” o “È veramente questa la situazione a scuola?”
Ma era solo una barzelletta!
Altri esempi lampanti sono i “Buongiornissimo”, che la persona che te li invia trova carini o simpatici, ma che a te, di una generazione diversa, fanno rivoltare le interiora. – Che bella immagine, eh? E intendo il Buongiornissimo, non gli organi che si scambiano di posto-.
Un altro esempio di questo gap di interpretazione, risiede nelle emoji (o emoticon) che molti usano su Whatsapp – Si, i moderni geroglifici- per comunicare più spesso di quanto vengano usate le parole. Per usare quelle di Andrea Marcolongo nel suo libro “La lingua geniale”:
“In questi tempi in cui siamo tutti connessi a qualcosa e quasi mai a qualcuno, in cui le parole sono cadute in disuso, rimpiazzate da emoji e da altri moderni pittogrammi […] di fatto a parole non ci capiamo più. La lingua o quel che ne resta sta diventando sempre più banale […] Il divario tra il significato di una parola e la sua interpretazione cresce di ora in ora, così come i fraintendimenti ì, i non detti […]”
Per continuare con l’esempio delle emoji: molte che dalle persone adulte vengono usate per dire “sono felice” o “ti mando un bacio“, per la Generazione Z significano “ti sto prendendo in giro“. Comunicare con le emoji sta diventando come il test psicologico di Rorschach. – Quello in cui ti fanno vedere una macchia d’inchiostro e tu devi dire se ci vedi un teschio, una farfalla, o la morte della madre di Bambi-.
Voi cosa ne pensate?
Written by: Aurora Vendittelli
© 2023 voicebookradio.com Cod.Fiscale 97824430157 - P.Iva 10494570962 - Licenza SIAE n.6671 - anno 2023
Post comments (0)