Sui treni, negli aerei, per strada: gli insulti razzisti sono purtroppo all’ordine del giorno, dettati da pregiudizi e stereotipi, rafforzati da contesti socioculturali vari e alle volte difficili da gestire.
Questi stereotipi, spesso implicitamente parte di noi, riflettono associazioni concettuali tra gruppi sociali (es., “neri”) e attributi (es., “delinquenti”), che si rifanno alle nostre conoscenze generali sul mondo. Il lobo temporale anteriore supporta proprio queste conoscenze semantiche su oggetti, persone, parole e fatti.
Studi di stimolazione cerebrale non invasiva hanno provato a interferire con la sua attività grazie alla TMS (stimolazione magnetica transcranica) durante compiti di associazione implicita. I risultati? Iinibire tale regione bilateralmente portava a una diminuzione di associazioni stereotipiche come “Arabo-terrorista / Non arabo-rispettoso della legge” e “uomo-discipline scientifiche / donna-discipline umanistiche”.
Ma non serve certo la scienza a confermare ciò che dentro di noi sappiamo già, che le associazioni positive o negative che facciamo rispetto agli individui o ai fatti non hanno nessun valore assoluto o definitivo: stanno letteralmente solo nella nostra testa, e basta un piccolo campo magnetico per distruggerle.
Di Andrea Valitutti
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