The Big Hack
Inizia tutto il 4 Ottobre, quando la testata giornalistica “Bloomerg” pubblica un articolo chiamato “The Big Hack: How China Used a Tiny Chip to Infiltrate U.S. Companies“.
L’inchiesta, scritta in esclusiva, racconta di come Amazon ed Apple siano consapevoli di una grossa falla nella loro sicurezza, che da anni ruberebbe indiscriminatamente qualsiasi tipo di informazione contenuta nei loro server, ma che fino ad adesso non avendo prove sufficienti, si siano rifiutate di rivelarlo al grande pubblico.
Se la notizia si rivelasse vera, questo potrebbe rappresentare un problema non solo per le due famose aziende, ma anche per altre società e organizzazioni, quali ad esempio la CIA, che fanno utilizzo dei medesimi tipi di supercomputer acquistati dallo stesso venditore.
Da quando?
Tutto inizierebbe nel 2015, quando durante un normale controllo di routine dei server del colosso commerciale Amazon, viene trovato un misterioso microchip, così piccolo da riuscire a confondersi con i vari componenti dell’hardware. Immediatamente Amazon avrebbe informato le autorità Americane che si sarebbero poi messe ad indagare su come quel microchip fosse potuto arrivare fin li indisturbato.
Il suddetto microchip sarebbe capace di intercettare, senza essere riconosciuto, tutti i tipi di informazione transitanti per i server infetti.

Dopo mesi di indagini, asserisce Bloomerg, si scopre che i microchip sono stati installati direttamente nelle fabbriche dove vengono prodotti i componenti per i server, in Cina, e che in tutto questo il governo del Sol Levante è stato direttamente coinvolto.
Ma non finisce qui: sembrerebbe infatti che anche Apple, fin dal 2014, sia a conoscenza di questo problema (addirittura un anno prima di Amazon), ma che avendo fornito all’FBI informazioni troppo povere sulla faccenda, non disponga nulla di concreto da portare avanti con le indagini.
Tutti negano
Pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articolo di inchiesta di Bloomerg, sono arrivate le smentite sia delle società che sarebbero “coinvolte” nella faccenda, sia del governo cinese, che si proclama innocente e inconsapevole del problema.
Anche il governo statunitense nega che ci siano state richieste da parte di Apple e Amazon di indagare sui microchip, palesando così uno scenario completamente diverso da quello descritto dal giornale.
Resta quindi da capire quindi se l’articolo fosse tutta un montatura o se effettivamente il negare ad oltranza da parte di tutte le parti coinvolte non sia per proteggersi dall’eventuale scandalo che potrebbe creare.
[sms_redbutton link=”https://www.bloomberg.com/news/features/2018-10-04/the-big-hack-how-china-used-a-tiny-chip-to-infiltrate-america-s-top-companies”]Clicca qui per leggere l’articolo originale![/sms_redbutton]
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