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Cultura

Come in “Ventimila leghe sotto i mari”

today3 Agosto 2020

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Yellow Submarine” – The Beatles

Era il 3 agosto 1958 quando il comandante Anderson annunciò all’equipaggio del Nautilus di aver raggiunto in immersione il Polo Nord pronunciando le parole “Per il mondo, il nostro Paese e per la marina: il Polo Nord”, dopo essere partito due giorni prima dal nord dell’ Alaska, e finendo la missione quattro giorni dopo in Islanda, rimanendo in immersione senza pause dall’inizio della missione fino al 5 agosto, quando riemerse nel mare di Groenlandia.

Il Nautilus fu il primo sottomarino a propulsione nucleare della marina militare statunitense varato nel 1954 e rimasto in servizio fino al 1979. Fino ad allora i sottomarini erano tutti a propulsione mista elettrico/diesel, quando erano in immersione viaggiavano sfruttando le batterie, quando queste si scaricavano, dovevano essere ricaricate accendendo il motore diesel che però per funzionare aveva bisogno dell’ossigeno come comburente, quindi o il sottomarino emergeva o, se in zona di guerra, viaggiava a pelo d’acqua e, grazie allo snorkel, pescava aria dalla superficie.

Con i sottomarini a propulsione nucleare tutto questo viene meno, non serve l’aria, l’elevata temperatura prodotta dalla fissione nucleare, riscalda l’acqua che vaporizza passando ad elevata pressione attraverso delle turbine, le quali portano il moto alle eliche propulsive ed ai generatori elettrici per tutti gli impianti di bordo, il vapore passa poi attraverso dei condensatori che rendono l’acqua nuovamente liquida ed il ciclo chiuso ricomincia.

Come sempre accade nella Storia, questo passo in avanti non fu fatto per amore della scienza, ma fu un’affermazione delle potenzialità belliche di un paese verso i suoi avversari in piena guerra fredda: fu una prova di forza per dimostrare che gli USA potevano arrivare indisturbati fin sotto le coste russe per sferrare attacchi.

Written by: Emiliano Del Vecchio

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