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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Il mondo prima che arrivassi te” – Tre allegri ragazzi morti
Internet. Web. Connessione. Sono parole ormai familiari praticamente a tutti. Sono entrate nel gergo della nostra esistenza in maniera così permeante che facciamo fatica a pensare al tempo in cui tutto questo non esisteva senza associarlo in qualche modo all’età della pietra.
Internet ha modificato, facilitato ogni aspetto della nostra vita. Il lavoro, lo studio, persino il sudoku sotto l’ombrellone, per non parlare di quella fame di socialità a banda larga a cui non possiamo proprio rinunciare. Mai come quest’anno abbiamo capito quanto il web sia importante per noi e continua ad evolversi e rivoluzionarsi. La musica stessa sta cambiando, gli artisti cavalcano l’onda come scrive la nostra Mariahelena Rodriguez in un bell’articolo. Proprio come il fuoco o la ruota, Internet rappresenta una di quelle invenzioni per cui esiste un’umanità prima e un’umanità dopo.
Peccati di gioventù. Ma qualcuno ancora sì. Come Paolo, classe ’55, la stessa di quel Tim Berners-Lee che il 6 Agosto del 1991, esattamente 30 anni fa, pubblicava il primo WWW della storia dando l’avvio all’era di Internet.
Paolo, nel ’91, Internet non sapeva che cosa fosse.
“C’era un computer a casa, e ne andavamo fierissimi perché se ne vedevano pochi in giro. Ma principalmente serviva per cose di uso limitato, come scrivere o tenere i conti. Se eri bravo. Infatti mi veniva più facile il buon vecchio metodo carta e penna. Era come un super mobile. Una cosa che usavi poco ma dovevi assolutamente avere”.
Carta e penna. Un mondo dove le mail si inviavano nella buca delle lettere. Cartoline con dedica agli amici invece di un post su Instagram o un Whatsapp. I messaggi?
“Lunghe telefonate. Ma non lunghissime, perché se lo erano troppo tuo padre ti mandava alla cabina telefonica sotto casa con le tasche piene di gettoni.
Enormi elenchi telefonici che ti ingombravano casa, così come lo stradario sempre nel cruscotto perché non c’era Google Maps. Non sapevi una cosa? Mica c’era Wikipedia, ma l’infinito e costosissimo volume della Treccani”.
Ore e ore di consultazione. Dovevi voltare pagine e cambiare volume. Un mondo senza link.
Ma anche i viaggi prenotati in agenzia, le guide turistiche, i biglietti del treno comprati direttamente in stazione. Il giornale sottobraccio, il ricettario regalato dalla nonna per non morire di fame. Le cose ordinate per posta e mai arrivate. La musica sempre e solo in radio o in tv. Le enormi collezioni di dischi e di cassette. Le raccolte di libri o di fumetti. Nostalgia?
“Solo del suono del modem quando Internet si avviava. Perché poi è cambiato tutto“.
A noi sembra il tardo mesozoico. Eppure si viveva.
Written by: Andrea Famà
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