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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “True Colors” – Cyndi Lauper
Avete fatto un giro nel centro della città negli ultimi tempi?
Beh, se l’avete fatto vi sarà sicuramente saltata all’occhio sull’abnorme quantità di colori sgargianti. E no, non intendo dire che stanno riverniciando tutti i palazzi, ma che, negli ultimi tempi, le persone si vestono coloratissime.
-A volte perso che dovrebbe esistere una legge sui colori. Tipo “È severamente vietato indossare colori che superino questa brillantezza”; ovviamente tutto parafrasato in legalitese. Parola altamente tecnica coniata al momento della stesura del pezzo-.
Sembra quasi che ogni tanto debbano tornare di moda i colori accesissimi, voglio dire, avete visto gli abiti di moda di questa stagione?
In primavera c’è il sole caldo e splendente –adesso, non prendete d’esempio questi giorni, perché si sa: quando si avvicina Pasquetta piove a meno che tu non sia costretto in casa-, quindi diventa più frequente indossare gli occhiali da sole. Allora cosa si fa? Si aumenta la brillantezza degli abiti perché altrimenti si perde tutto il colore e non ce lo possiamo permettere. -ovviamente, questa è solo una mia cinica supposizione e quindi non prendetela in considerazione. Ma sarebbe divertente se fosse reale-.
Mettendo da parte le fantasie, la primavera, che simboleggia la vita, porta una sorta di carica in più, che viene quindi trasmessa tramite tutti questi colori. A volte anche esagerati.
“Ruba tutti i colori del mondo e dipingi la tela della tua vita eliminando il grigio delle paure e delle ansie.
Abbandona i tuoi vecchi abiti mentali e vestiti di allegria.”
(Omar Falworth)
Attualmente la fantasia più diffusa sugli abiti è quella floreale, e io direi che possiamo chiamarla “sintomo uno“.
Di cosa?
Beh, negli anni ’70 e ’80 si sviluppò questo gruppo di “fricchettoni americani”, chiamato hippie -vi ricorda qualcosa?-.
In ogni caso, con loro iniziarono ad andare di moda i colori psichedelici –sbaglio o molti adolescenti adesso si colorano i capelli con tinte molto accese, fino ad arrivare agli evidenziatori?- che portarono poi a quelli fluo e a quelle fantasie leopardate e zebrate.
-Si salvi chi può! –
Adesso, io non so cosa trasmettono le fantasie animali o i colori che puoi guardare solo con 10 paia di occhiali da sole addosso, ma so che in genere i colori trasmettono qualcosa.
Vuoi per la divisione tra la scala dei caldi e dei freddi -autoesplicativi, direi-, vuoi per soggettività personale ci sono determinati colori che vengono associati alle emozioni.
Esempio per i miscredenti:
Il giallo. Ogni volta che lo vediamo non pensiamo forse ad una bella giornata primaverile? A cosa lo assoceremmo se non alla felicità?
“Se prendo il verde non vuol dire che intendo dipingere l’erba, e se prendo il blu non significa che dipingerò il cielo. Il colore esprime lo stato d’animo dell’artista.”
(Vasily Grossman)
Ma ci sono anche quelli che possono trasmettere disgusto a tutti, indistintamente.
Come ricorderete dalle scuole medie -credo– per ogni colore esiste un complementare e per i tre colori primari, rosso, giallo e blu, è l’unione degli altri due. –quindi no, il blu non è il contrario del rosso, ma dell’arancione. Sì, so di avervi appena fatto cadere un mito e me ne compiaccio anche-.
E accostarli provoca un senso di sbagliato, di errore e disgusto o fastidio. Cosa che è stata usata da tantissimi pittori. -Fateci caso la prossima volta che studiate Storia dell’Arte-.
Ed è per questo che il maglione di Freddy Krueger è a strisce rosse e verdi. –Pillola di cultura generale che non avevi bisogno di sapere, ma che puoi usare per rimorchiare-.
“Perché due colori, messi uno accanto all’altro, cantano? Si può davvero spiegare questo? No, così come non si può mai imparare a dipingere.”
(Pablo Picasso)
Written by: Aurora Vendittelli
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