Club dei 27: c’è chi lo definisce un mito diventato realtà, una maledizione artistica o addirittura chi parla di complotto mediatico.
Il Club dei 27 è un’espressione giornalistica nata negli anni ’90 per riferirsi a una serie di morti di artisti e cantanti famosi accomunati da una tragica realtà: morire a soli 27 anni.
A cavallo fra gli anni ’60 e gli anni 2000 sono state molte le morti improvvise: Brian Jones, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Kurt Cobain ma anche Amy Winehouse. Grandi cantanti, grandi musicisti, autentiche leggende tristemente accomunate da un unico destino.

Triste coincidenza o complotto?
L’espressione Club 27 nasce nel 1994 dopo la morte di Kurt Cobain. Fino a quell’anno nessuno aveva mai creato un collegamento fra le morti di grandi artisti come Brian Jones, Jimi Hendrix e Jim Morrison.
Piano piano la voce di questa “maledizione” si è sparsa: i media hanno cavalcato l’onda spargendola in tutto il mondo. Spesso gli artisti sono morti per complicanze legate all’abuso di alcol e droga, ma anche per suicidio: il successo si sa, spesso è una gabbia dorata da cui è difficile trovare una via d’uscita.
Non sono mancate ovviamente le teorie di cospirazione e mistero, un po’ come per la morte di Michael Jackson. C’è chi dice che siano omicidi nascosti dietro tragici suicidi, altri invece pensano a complotti politici e internazionali.
Il caso è stato addirittura analizzato da una rivista scientifica, British Medical Journal, che nel 2011 ha condotto uno studio dichiarando che non esiste nessun aumento del rischio di morte per i musicisti di 27 anni.
Insomma, sono passati gli anni ma ci sono ancora complottisti di tutto il mondo che tirano in ballo la CIA, i servizi segreti, gli omicidi politici. Il motivo della loro morte sospetta? Fermare musicisti che avevano una forte influenza sovversiva sulle masse.
Dove nasce la leggenda?
Dalla morte di Kurt Cobain i giornalisti sono andati a ritroso fino a trovare il “capostipite” di questo triste club: Brian Jones, fondatore dei Rolling Stones, morto nel 1969 ovviamente all’età di 27 anni.
Il Club dei 27 è infatti detto anche J27 perché i nomi di vari artisti che ne fanno parte iniziano con la lettera J (Jim Morrison, Jimi Hendrix).
La teoria di complotto e mistero parte proprio da Brian Jones, ritrovato morto in circostanze mai del tutto chiarite. Si parla ufficialmente di abuso di sostanze stupefacenti, ma fin da subito su questa morte è aleggiato lo spettro dell’omicidio insabbiato e coperto.
La teoria è stata anche velatamente confermata da Keith Richards che, dopo la morte di Brian Jones, dichiarò:
Il mistero della sua morte non è mai stato risolto. Non so cosa sia successo, ma c’era in ballo qualche affare sporco
Da Jimi Hendrix a Amy Winehouse
Droga, alcol, depressione, un successo che ti risucchia accomuna tutti questi grandi artisti. Jimi Hendrix morì nel 1970 a Londra dopo aver ingoiato alcuni sonniferi, ma non si è mai saputa la quantità precisa.
Stessa morte, stessa città, ma anno diverso: Amy Winehouse morì nel 2011, ma anche la sua morte è avvolta da molti dubbi e domande irrisolte. L’autopsia eseguita non chiarì precisamente le cause della morte. Dopo altri esami tossicologici, la famiglia di Amy Winehouse dichiarò che le analisi non avevano riscontrato tracce di stupefacenti, ma solo di alcol.

Solo una beffarda coincidenza? Uno scherzo del destino? Il Club dei 27 è una trovata giornalistica che riassume perfettamente la scalata di successo di questi artisti: un successo che spesso nasconde problemi, dipendenze, depressione. Non c’è niente di misterioso od oscuro: solo una gabbia dorata dove tanti artisti si sono ritrovati incatenati fino al tragico epiologo.
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