Si è tutti concordi nel ritenere questi ultimi anni come caratterizzati da un genere televisivo unico nelle proprie caratteristiche: la serie tv, o Fiction, che dir si voglia. Complice la piattaforma Netflix che sta letteralmente spopolando in tutto il mondo, e gli sceneggiati televisivi con più puntate che attirano sempre un pubblico assai numeroso. Eppure, se sulla piena riuscita della maggior parte dei Tv Shows americani o anglofoni non si discute, ben più alte e titubanti sono le aspettative nutrite nei confronti delle produzioni italiane.
Con la conclusione della nuova fiction di Rai 1 dal titolo “La compagnia del Cigno”, possiamo però affermare che anche i nostri registi sono pienamente in grado di elaborare una storia avvincente e coerente nel suo sviluppo. Del resto, gli ascolti complessivi non hanno fatto altro che testimoniare la buona riuscita del prodotto!
La compagnia del Cigno, per la regia di Ivan Cotroneo, si presenta come una grande sfida già dal tema che tratta: la storia segue le vicende di sette adolescenti iscritti al conservatorio di Milano. Il collante principale che li lega è proprio la Musica, loro passione comune. Tra i drammi e le vicende tipiche dell’età dell’adolescenza, i musicisti stringeranno un legame indistruttibile. Dal punto di vista stilistico, è certamente originale la scelta, azzeccata, del numero degli attori protagonisti. Sette. Sette come le meraviglie del mondo, ma sopratutto, sette come le noti musicali. Proprio come queste, che solo in sinfonia sprigionano il loro lato migliore, anche l’alchimia dei giovani è totalizzante proprio quando si trovano a stretto contatto.
La trama inizia a svilupparsi con il trasferimento di Matteo da Amatrice a Milano, proprio con l’intento di frequentare il prestigioso conservatorio. Da una sapiente alternanza di flashback, apprendiamo il tragico passato del giovane: la notte del tristemente noto terremoto, il ragazzo ha perso sua madre. Questo lutto segna a fondo la vita del musicista, e porta con sé oscuri segreti del passato. Con tutte le problematiche che uno spostamento in una grande città comporta, Matteo viene notato dal direttore d’orchestra Luca Marioni, interpretato da Alessio Boni, durante una sua lezione di violino. L’insegnante, noto a tutti per il suo metodo intransigente ed il carattere severo, decide di inserire il nuovo arrivato tra i suonatori dell’orchestra. L’avvento del novellino, però, non è affatto gradito ai componenti già presenti, che accusano Matteo di rallentare sensibilmente i ritmi e la buona riuscita delle prove. Per risolvere il problema, l’insegnante escogita questa soluzione: sceglie personalmente sei musicisti tra gli allievi che, in orario extra scolastico, dovranno seguire il nuovo violinista passo passo, allo scopo di fargli raggiungere il loro livello. Il gruppo si auto attribuirà poi proprio l’appellativo di “La compagnia del cigno”, evidente richiamo al “cigno di Busseto”, epiteto con cui veniva identificato il celebre compositore Giuseppe Verdi.
Facciamo così la conoscenza di Domenico, talentuoso pianista di bell’aspetto, costretto però ad esercitarsi solo con gli strumenti in vendita in un negozio, poiché la sua famiglia non può permettersi un pianoforte. Come spesso accade, il ragazzo si innamora di una ragazza, Barbara, un’altra pianista, ma di estrazione sociale totalmente diversa dalla sua. La giovane incarna il prototipo della vincente, sulla quale pesano però le grandi aspettative dei genitori: si alterna tra le lezioni al conservatorio e lo studio al liceo classico. L’amore tra i due rappresenta una sfida, in primis contro le rispettive famiglie che li vogliono separare.
Il violinista Matteo, invece, stringerà un rapporto molto intimo con Sofia, suonatrice di violoncello. La ragazza è molto insicura, a causa del proprio peso e corporatura robusta. Sebbene inizialmente anche Matteo sia interessato a Barbara, finirà per notare in Sofia quella tenacia e dolcezza che la contraddistinguono. L’ultima componente femminile del gruppo è Sara, ragazza ipovedente, che da questa sua condizione ha però tratto una grande forza d’animo.
Infine abbiamo Robbo, pianista e suonatore di oboe. I suoi problemi derivano dal contesto familiare: i suoi genitori si stanno separando a causa di reciproci tradimenti, e il giovane, oltre che affrontare la situazione, avrà il compito di proteggere Chiara, la sua sorellina minore, che si sente smarrita. Ultimo, ma non per importanza, Rosario. Suonatore di batteria e percussioni, è originario di Firenze. Sua madre è stata una tossicodipendente, ragione per cui viene affidato a una amorevole coppia di innamorati milanesi, che spera di poter avere l’affido per sempre.
L’ingrediente vincente di questa fiction è senza dubbio la caratterizzazione psicologica dei suoi protagonisti. Ognuno di loro vive drammi interiori, spesso atroci, che nel corso delle puntate impareranno a gestire. Un trauma fondamentale è quello che lega il maestro Marioni al proprio passato: in seguito ad una caduta dalla bicicletta purtroppo sottovalutata, l’uomo ha perso una figlia di sette anni, Serena. Questo rende molto complicati i suoi tentativi di riavvicinamento con la moglie Irene, interpreta da Anna Valle.
Tuttavia, già prima del tragico lutto, l’insegnante aveva fatto i conti con un evento spiacevole: Giacomo, un ex studente dell’orchestra, aveva abbandonato la scuola a causa di un esaurimento nervoso, a dire della famiglia del giovane proprio causato dai metodi eccessivi di Luca Marioni. A molti fan farà piacere sapere che ad interpretare questo ragazzo un po’ fragile è il cantante Michele Bravi. Assente dai Social da ormai tre mesi, il vincitore di X Factor sta attualmente vivendo una situazione per certi aspetti simili al personaggio che interpreta, cioè particolarmente traumatica: a novembre scorso è rimasto vittima di un sinistro stradale, in cui ha perso la vita una motociclista.
Una serie televisiva da non perdere, quindi, capace di trattare sapientemente temi quali l’amore, l’amicizia, il lutto, la separazione e le paure del quotidiano. Inoltre, il cantante Mika è il compositore della sigla di apertura, che partecipa anche con un breve cameo in un episodio.
Prendendo spunto dai musical più celebri, nei momenti più salienti delle puntate ogni protagonista intona così una canzone. Si specifica che tutti gli attori non sono affatto professionisti del mestiere: sono invece tutti reali musicisti che hanno trovato nella recitazione un valido mondo e modo in cui dare ulteriore prova delle loro grandi capacità.
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