Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Panic” – The Smiths
Un gustosissimo nuovo dissing scoppiato – indovinate un po’? – di nuovo sui Social, vede questa volta protagonista il frontman e paroliere della storica band The Smiths, Steven Morrissey, e…i Simpson.
Nel mirino un episodio andato in onda negli Stati Uniti, dall’ironico titolo Panic in the Streets of Springfield, chiarissimo riferimento all’omonimo brano Panic. Nell’episodio Lisa incontra un suo amico immaginario, il signor Morrissey per l’appunto, rappresentato come il classico cantautore depresso, non proprio gradevole e, soprattutto – orrore degli orrori per un fiero vegetariano come lui – mangiatore di hamburgers.
Morissey, decisamente noto per la sua imprevedibile testa calda (vi ricordate di quel folle che qualche anno fa percorreva in tutta tranquillità Via del Corso contromano in auto? Beh, era lui) ha immediatamente tuonato: “I Simpson, offensivi e razzisti!” In un lungo post di cui vi risparmiamo l’intera traduzione, ma che potreste trovare interessante per l’approfondita analisi che dà della serie animata.
Sociologia animata?
Diventata cult ormai da decenni, la famiglia gialla non ha mai risparmiato la satira sui più disparati personaggi, facendo della demolizione degli stereotipi la sua raison d’être.
C’è chi la considera la migliore “banca dati” sulla società americana, meglio di qualunque trattato di sociologia, e chi, soprattutto negli ultimi anni, ha cominciato a ritenere effettivamente offensive alcune sue rappresentazioni.
Ma, viene da chiedere, quanti sono i milioni di americani medi? Dovrebbero perlomeno prendersela tutti a morte, perché è proprio sull’idealtipo di americano – e non di certo sulle minoranze – che la serie in realtà si concentra.
Morrissey ha polemizzato contro gli autori, che a sua detta avrebbero negli ultimi anni peggiorato incredibilmente la scrittura. Vero è che I Simpson sono giunti alla trentaduesima stagione e, com’è che si dice? Annaqua e annaqua, il vino è meno buono.
Da parte nostra, osiamo dichiarare che questi piccoli dissapori nel mondo dello spettacolo fanno sempre sorridere. E, soprattutto, un appello al buon vecchio Morrissey: in fondo siamo tutti stereotipabili amico, it’s a joke!
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