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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Notte prima degli esami” – Antonello Venditti
A chi di noi non è successo almeno una volta di ascoltare un brano musicale e di restare interdetti di fronte ad una frase all’apparenzw incomprensibile? Ed è successo anche con canzoni che magari abbiamo amato alla follia. Insomma, quella frasetta lì, che proprio non ci è chiara, ci ha rovinato un po’ il mood. E magari ci siamo andati a rileggere bene il testo, a cercare dichiarazioni, spiegazioni perché un senso proprio non siamo riusciti a trovarlo…
Forse abbiamo pure pensato che, visto il livello degli autori dei brani, si trattasse di qualche citazione evocativa. O che ci fosse nascosto qualche significato misterioso o, più semplicemente, che avessero “buttato fra le note” una manciata di parole “a caso” che rientrassero nella metrica della canzone.
Al di là di tutte queste nostre supposizioni, realistiche o meno, andiamo a riascoltarne insieme un paio e vediamo se combaciano con quelle che hanno confuso anche voi.
Vi pare che uno straordinario paroliere e compositore come Mogol possa aver scritto una cosa così insensata senza un motivo valido? E allora come può essere andata, secondo voi? Il brano è Eppur mi son scordato di te e venne scritto per il grande Lucio Battisti. Nessun significato recondito, nessun messaggio in codice dietro questa frase. Le cose andarono più semplicemente di come pensiamo. Si trattò, infatti, solo di un errore di distrazione, ma Lucio decise di cantarla proprio così, errore compreso. E, avendo avuto la canzone un successo enorme, non fu mai corretta. D’altro canto, ormai, se ci mettessimo mano dopo tanti anni, non sarebbe più la stessa. O no?
Come vedete sto andando a scomodare i grandi cantautori italiani, forse perché le loro canzoni fanno parte ormai della nostra memoria personale di tutti, molto più di altre. Ve la ricordate Notte prima degli esami” di Antonelli Venditti? Ad ogni ascolto il pensiero corre subito agli esami di maturità. Anche se, con la linea temporale della sua pubblicazione, magari non c’entriamo proprio nulla. Resta il fatto che la conosciamo più o meno tutti a memoria. Ma c’è quella frase che ci è sempre rimasta un po’ di traverso e, oltretutto, la troviamo pure in apertura del brano, quindi non si scappa!
Dite la verità, ve lo siete chiesti anche voi… quei quattro amici erano super eroi forzuti visto che si aggiravano per Roma con un pianoforte in spalla? E soprattutto… perché?
C’è da dire che questo brano nasconde anche altre due “strofette” niente male. Una che per metrica è davvero ostica: “Ma come fanno le segreterie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati?”. Va cantata così velocemente che vi ci siete “impigliati” pure voi, vero?
E subito dopo arriva il colpo di grazia: “Le bombe delle sei non fanno male, è solo il giorno che muore!”. Ora, a seconda delle fasce d’età, ognuno di noi avrà dato d’istinto la sua teoria. Starà parlando di bombe a mano? Di bombe alla crema? O di che altro?
Beh, se qualcuno di voi ha il contatto del caro Antonello gli faccia una chiamata e tre domandine. Aspetto, insieme a voi, illuminazioni in trepidante attesa!
E, nel frattempo, riascoltiamoci questi due evergreen nostrani. Stavolta senza pensarci su così tanto!
Restate connessi al blog. Questa è solo la prima parte, la lista è lunga e nei prossimi giorni ve ne racconterò altre!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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