Si conclude dopo due anni il processo a carico di Roberto De Luca e Antonella Lodi, titolari di Live Nation Italia e Live Nation 2, di Mimmo D’Alessandro, Charles Stephen Roest e Corrado Rizzotto, ex amministratore delegato di Vivo Concerti – oggi manager del gruppo Live Nation- in merito alla vicenda “secondary ticketing“, noto anche come il fenomeno del bagarinaggio online. Il Giudice dell’udienza preliminare Maria Vicidomini ha optato per il non luogo a procedere poiché “il fatto non sussiste”. Entro 30 giorni dovrà rilasciare le motivazioni della sentenza.
Ripercorriamo i tratti della vicenda: torniamo al periodo tra il
2011 e il 2016, quando è esploso il fenomeno del bagarinaggio online in relazione a diversi importanti concerti, fra cui quelli dei Coldplay e Bruce Springsteen. Il tutto per un presunto introito illegale di oltre 1 milione di euro.
Il Pubblico Ministero Adriano Scudieri aveva ipotizzato diversi reati a carico degli imputati, tra i quali aggiotaggio (la speculazione sul valore di mercato di un bene tramite mezzi illeciti) e truffa. Secondo il GUP invece la condotta degli imputati non costituisce alcun reato.
Si dice soddisfatto il principale indagato del procedimento, Roberto De Luca, che dichiara:
Si chiudono due anni molto difficili, ma sono contento perché nel nostro gruppo abbiamo sempre lavorato secondo coscienza. Per quanto mi riguarda, sono il tipo che non parcheggia neanche in seconda fila, sul mio conto non sono mai state accertate condotte irregolari, figuriamoci commettere reati. La cosa più brutta che ho visto è stato il tentativo messo in atto da alcuni miei concorrenti di approfittare del clamore mediatico dell’inchiesta per strapparmi gli artisti. Ma i nostri artisti hanno capito e sono rimasti con noi.
Roberto De Luca
Per niente contenta è invece Codacons, che attraverso il suo presidente, Carlo Rienzi, afferma:
Una sconfitta per migliaia di utenti italiani costretti ad acquistare biglietti per concerti ed eventi vari a prezzi astronomici. Il procedimento penale nasceva proprio da un esposto presentato dal Codacons, che evidenziava come i prezzi dei biglietti aumentassero in modo artificioso nel passaggio dai canali di vendita ufficiali a quelli secondari. Una prassi aggravata dal fatto che sul mercato i biglietti dei grandi eventi terminavano dopo pochi minuti dall’apertura delle vendite, per poi apparire subito dopo sui siti di secondary ticketing a prezzi maggiorati.
Carlo Rienzi
Adesso bisogna solo aspettare che vengano rese note le motivazioni della sentenza; nel frattempo, Codacons non si sbilancia sull’idea di un possibile ricorso.
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