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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “After House” – The Velvet Underground
Ho recentemente fatto la conoscenza di Raymond Carver e, a mio parere, questo incontro doveva avvenire molto prima. –No, scuola liceale, non ti sto guardando con nessuno sguardo accusatore. È solo una tua impressione-.
Perché dico che avrei, anzi, tutti quelli che hanno letto Carver concorderanno sulla mia opinione. Ma perché?
“È stato lui a insegnarci che possiamo fare letteratura anche parlando della nostra cucina. A non temere di raccontare fatti apparentemente insignificanti. A trovare interessante la vita anche quando nella vita accade poco, o quasi niente.”
– Diego De Silva
La mia conoscenza con Carver l’ho fatta tramite la raccolta “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore“, diciassette brevissime storie, anche con stili di scrittura differenti.
Ma non si troverebbero nello stesso, sottile, libro se non fossero legate da qualcosa. In questo caso è l’amore. -Sì, so che vi starete aspettando satire incredibili da parte mia, visto l’argomento. Ma vi sorprenderò, perché la prevedibilità non è proprio nel mio DNA-.
Carver, paradossalmente, parla d’amore non parlandone; un po’ come la protagonista di uno di questi racconti.
“Continuava a parlare. Raccontò la storia a tutti. C’era dell’altro, lo sapeva, ma non riusciva a metterlo a parole. Dopo un po’, smise di parlarne.”
– Carver
Siamo abituati alle storie dove i protagonisti sono prescelti, il mondo è magico –o che comunque ha qualcosa che non va-, ci sono nemici e avventure. Nelle pagine scritte da Ray è tutto il contrario. Sono vite comuni, che non hanno nulla, o quasi, di diverso dalle nostre. Il messaggio, a parer mio è più accecante del sole: tutte le storie possono e devono essere raccontate.
L’amore e il non detto con cui viene raccontato è il collegamento tra i vari frammenti della vita dei protagonisti.
Sono secoli -in realtà millenni– che poeti e filosofi, cantanti e compositori, teorici e studiosi, insieme al resto dell’umanità, cercano di dare una definizione allo strano fenomeno interiore che comunemente chiamiamo Amore.
Fallendo miseramente anche solo nel descriverlo, perché se ne sceglie sempre e solo una facciata –forse due-.
Poi, nel mio mondo è arrivato Carver, che mi ha dato la definizione più calzante che io abbia mai letto. E permettetemi di prendere in prestito delle parole di Alberto Martini:
“Cos’è l’amore?
L’amore è semplicemente… e se sai spiegarlo forse non sai cos’è.”
– Alberto Martini
Ray infatti non gli ha dato una definizione e nemmeno ci ha provato. Ha semplicemente raccontato diciassette storie, totalmente diverse tra loro, in viene mostrata una diversa faccia di questo complessissimo sentimento. Non fate lo sbaglio di pensare a vicende stravaganti e sensazionali: l’amore si dimostra tutti i giorni, con gesti comuni.
Written by: Aurora Vendittelli
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