Pensateci tre volte prima di vendere al mercatino delle pulci quel vecchio e lurido oggetto che da sempre tenete in casa, probabilmente senza nemmeno ricordarvi perché.
È questa la lezione che ci arriva fresca fresca da Compiégne, paesino nel nord della Francia, dove un’anziana signora ha venduto quella che doveva essere un’insignificante tavoletta ornamentale alla modica cifra di 24 milioni di euro.
La signora aveva infatti preso la decisione di sbarazzarsi del suo piccolissimo quadretto “da sempre piazzato in cucina sopra ai fornelli” e di portarlo dunque, più per curiosità che per altro, alla casa d’aste Actéeon. Difficile immaginare la sorpresa dell’anziana nel momento in cui la stessa casa d’aste che, incuriosita dall’apparente antichità dell’opera, l’aveva spedita per degli esami più dettagliati, le ha annunciato che l’infimo quadro da lei venduto con riluttanza altro non era che Il Cristo deriso, tavoletta del 1200 del maestro fiorentino Cimabue.
Il dipinto, una tempera su legno di piccole dimensioni (25,8 su 20,3 cm), è parte di un distico di otto pezzi (di cui solo due erano stati rinvenuti), databile 1280. Un capolavoro che non appena certificato è entrato di diritto nella lista delle più importanti scoperte nell’ambito artistico degli ultimi vent’anni. La singolare esperienza francese del capolavoro ha fatto sì che nel corso degli anni l’opera sia stata corrotta da una patina di sporcizia mista a olio da cucina, fortunatamente facili da rimuovere.
Il prezzo di partenza all’asta era di 3 milioni. Ad aggiudicarselo per 24 milioni (lordi) è stato il gallerista italiano Fabrizio Moretti, intermediario per conto di una coppia di collezionisti che per il momento ha preferito rimanere in incognito. Si tratta del prezzo più alto di sempre per un’opera prerinascimentale. Una cifra record dovuta al fatto che del maestro fiorentino, tra i primi ad utilizzare la prospettiva, non ci è pervenuto praticamente nulla.
Una nuova vita per il Cristo deriso, che finalmente dopo decenni (forse secoli, mai lo sapremo) di triste anonimato trova finalmente la gloria e il riconoscimento tanto meritanti e così lungamente attesi. Chissà se qualche altro capolavoro ancora sguazza nella miseria di una cucina o magari di un bagno e che sia proprio quel brutto quadro che nascondete sotto la mensola.
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