Elton John una volta disse, “le canzoni tristi riescono a dire così tanto”. Ed è vero: molto spesso le persone sono più attratte dalle canzoni malinconiche, dall’aspetto catartico della musica. Magari sono suonate in una tonalità minore, per accentuare il senso di tristezza. Spesso però accade i musicisti nascondino testi macabri e tristi dietro melodie terribilmente orecchiabili. Un inganno in musica.
Don’t Stand So Close To Me – The Police
Inganno
I Police sono maestri dell’inganno, capaci di nascondere testi leggermente macabri dietro melodie orecchiabili. Don’t Stand So Close To Me sembra un brano ordinario del loro repertorio, con una ritornello imbattibile e tonalità raggae.
Eppure basta leggere i versi per vedere che ciò che nasconde è molto più macabro. È la storia di un insegnante che riceve adulazioni eccessive da parte delle sue studentesse. Cerca di allontanarle, come si nota dal ritornello della canzone, ma la storia non ha un lieto fine.
L’insegnante quasi perde il lavoro perché i colleghi lo accusano di avere dei comportamenti inappropriati. Sting in passato era stato un insegnante, ma non ha né confermato né smentito che avesse vissuto esperienze simile.
I Foster The People sono una band di nicchia, conosciuta principalmente per il loro singolo di debutto Pumped Up Kicks. Una canzone allegra e scanzonata, con un fischiettio che resta irrimediabilmente in testa. Mark Foster sapeva come scrivere una melodia orecchiabile perché aveva lavorato per anni come compositore di jingle. Basta vedere il testo per scoprire che in realtà è nascosta una realtà macabra. È un inganno alla luce del sole: Pumped Up Kicks è il monologo di un bambino che impazzisce e pianifica la sua vendetta. Una vendetta che vuole consumare nel sangue. Il suo piano è prendere la pistola di suo padre e uccidere tutti quelli che lo hanno bullizzato.
Mark Foster spiegò in un’intervista il motivo di un punto di vista così atipico: ”Volevo entrare nella mente dell’assassino, come Truman Capote in Cold Blood”. In una prima bozza il punto di vista è quello delle vittime, ma Foster lo considerò banale. Nel testo in realtà non c’è davvero violenza fisica, perché è tutto un monologo del ragazzo. Un ragazzo psicopatico che se la prende con gli hipster.
Questo motivetto scanzonato parla degli alti e bassi della vita, sempre inevitabili. Quando tutto sembra andare bene, ecco che Bang! arriva il martello di Maxwell a rovinare tutto. Nel senso che ti uccide. Letteralmente. Maxwell è il protagonista di una commedia macabra che Paul McCartney aveva immaginato: uno studente di medicina che prende a martellate le sue vittime.
Sentendo solo la traccia strumentale nessuno penserebbe che Maxwell’s Silver Hammer parla di un assassino psicotico. Eppure i Beatles riuscivano a vendere qualsiasi cosa al pubblico: capelli ordinati, sorriso… e le persone passavano sopra i testi di sesso e droga. Sembra assurdo pensarlo, ma i Beatles possono essere considerati gli antesignani del punk per come si approcciavano a certi brani.
John Lennon non era presente alla registrazione. Odiava la canzone. Non sopportava il fatto che Paul perdesse così tanto tempo a registrare un brano che lui considerava insulso, anche se pieno del tipico umorismo inglese.
Detroit Rock City – Kiss
Il ritmo trascinante della canzone fa si che il testo del brano vada quasi in secondo piano. Le canzoni dei Kiss sono sempre tremendamente ballabili e dai testi semplici. Detroit Rock City sembra dal nome un inno alla frenesia, in classico stile Kiss.
Invece Bob Ezrin e Paul Stanley hanno scritto questa canzone per onorare la memoria di un fan che era stato ucciso in un incidente d’auto mentre stava andando al concerto dei Kiss. Stanley in un’intervista disse “È strano come le persona possano morire mentre stanno andando a celebrare la vita. Ed è questa l’essenza della canzone”
Pride (In the Name of Love) – U2
Uno dei brani più famosi della band irlandese ha una melodia catartica, con un ritornello da urlare tutto a squarciagola. I numerosi riferimenti biblici rendono il testo piuttosto criptico.
La canzone parla dell’omicidio di Martin Luther King, che viene eretto a simbolo. MLK è nella canzone tutte le persone che hanno perso la vita per mandare un messaggio di non violenza. Il messaggio abbraccia tutte le persone che hanno vissuto la loro vita con orgoglio. Un orgoglio non vanitoso, ma che porta la consapevolezza di aver vissuto dignitosamente per mandare un messaggio d’amore.
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: "Damask Rose" - Vangelis Philip Dick Il 16 dicembre 1928 nasce a Chicago, Illinois, Philip Kindred Dick, uno dei più famosi e influenti scrittori di fantascienza. Dai suoi libri furono tratti numerosi film, uno su tutti il cult Blade Runner, film dell’82’ di Ridley Scott, tratto dal libro Ma gli Androidi sognano pecore elettriche? Il seguente successo del film, che Philip Dick non riuscirà […]
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