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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “London Bridge is Falling Down” – Dezzaired
Stavo pensando al territorio di distribuzione del nostro caro amico, Il Ventriloco, ovvero il quartiere Trastevere di Roma.
Visto che, come molte città italiane, Roma è attraversata da un fiume ho pensato: “mumble mumble, perchè non parliamo un po’ di ponti?”
Come non iniziare da uno dei ponti più visitati e famosi?
Se avete un minimo studiato geografia allora saprete che si trova a Venezia ed è il più antico dei quattro ponti del Canal Grande.
Il primo ponte vero e proprio fu costruito da Nicolò Barattiero nel XII secolo ed era in legno. Si chiamava Ponte della Moneta perché all’estremità orientale, sullo stesso lato dove c’è il mercato, si trovava l’antica zecca.
Poi nel 1250 fu sostituito da un ponte in legno strutturato, molto simile a quello che vediamo oggi: vi erano infatti due scalinate e un corpo centrale mobile. Questo non prese il nome del ponte precedente, ma si chiamò proprio come quello che vi è oggi, Ponte di Rialto, per la popolarità del mercato di Rialto.
Quest’opera crollò 190 anni dopo, nel 1444, a causa del peso della folla che si era accalcata per vedere il passaggio della sposa del Marchese di Ferrara.
Visto che già allora per attuare un progetto ci volevano secoli, la proposta di un ponte in pietra arrivò nel 1503 e dopo lavori, un altro crollo e altri bandi per decidere come creare questo ponte, alla fine si scelse il progetto di Antonio da Ponte e la costruzione iniziò nel 1591.
-lo diciamo tutti insieme? E 1,2,3 Finalmente!-.
Un applauso se lo dite senza sputare power-rangers – se volete usare questa espressione, pagatemi perché è protetta dal diritto d’autore.-.
Anche detto Ponte Pallotta –No, non è perché sembra che sotto ci sia una palla. Credo.-, si trova a Comacchio ed è il suo ponte più noto.
Sorge sull’antico canale navigabile che collega al mare Adriatico e funge anche da porta fortificata della città.
Fu costruito per volere del cardinale Giovanni Battista Maria Pallotta – se volete aggiungersi qualche nome fate pure, tanto sono talmente tanti che il caro Giovanni non lo nota nemmeno-. L’architetto Luca Danese, che nel 1638 stava facendo la riqualificazione urbana della città, progettò un ponte costituito da cinque scalinate, e quindi cinque archi che compongono una volta, che si congiungevano in un corpo centrale.
Fu poi modificato in tempi successivi e vennero aggiunte due torrette di guardia, al cui interno vi si trovano due lapidi molto importanti per la città, e dei pilastri in cima alle scale.
Costruito in un periodo che va da i tempi romani al medioevo normanno, del Ponte dei Saraceni restano solo quattro arcate.
Sorge sul fiume Simeto, nel passo del Pecoraio, e fu ricostruito e modificato nel XII secolo. – Inizio a pensare che in quel periodo avevano la fissa dei ponti.– Il ponte faceva parte di un tragitto che metteva in comunicazione Troiana – No, non è la sorella/cugina della città greca– e Catania.
La cosa interessante? I quattro archi che rimangono, sono tutti differenti.
L’arco centrale e l’arcata maggiore sono ad arco acuto, quella piccola è a sesto acuto e poi ne rimane un’altra che invece è a tutto sesto ( e probabilmente risale al periodo romano). – Divertente, no?–
Se soffrite di vertigini vi consiglio di non visitare questo posto.
– Non è a caso che è anche conosciuto per l’alto numero di persone che lo usano come piattaforma di bungee jumping senza attrezzatura.-
È stato ideato da Vincenzo Douglas Scotti, per facilitare la viabilità dei lavoratori tra i paesi di Mammiano Basso e Popiglio, anche se adesso ha perduto questa funzione.
Si tratta di un ponte formato da quattro cavi in acciaio in tensione e tavole e barriere tra questi cavi.
– Un vero e proprio ponte sospeso, ma invece che di corda e legno hanno utilizzato l’acciaio-.
Con i suoi due chilometri e rotti, nel 1990 ha ottenuto il Guinnes dei Primati come il ponte sospeso più lungo al mondo, solo che questo titolo gli è stato soffiato da un ponte giapponese nel 2006.
Ovviamente non preoccupatevi, poichè viene spesso fatta una manutenzione dell’intera struttura, per impedire che crolli.
– So che cercavate di non pensarci, ma voglio farvi salire l’ansia.–
Qui siamo vicino Roma amici miei, più precisamente vicino a Villa Adriana, sul fiume Aniene.
Sorge sulla via Tiburtina, che collegava la capitale a Tivoli ed era tappa per il trasporto fluviale di travertino.
Secondo la storia, proprio in quel punto, sulla sponda sinistra Marco Plauzio Lucano (o Silvano) volle erigere il mausoleo della famiglia, la Tomba dei Plautii. L’opera venne distrutta da Totila nel 547 a. C. e ricostruita da Narsete nel 560 d.C.
– A quanto pare impiegarci secoli per decidere di fare un’opera pubblica è qualcosa che abbiamo nel DNA dal tempo dei romani.-
È costituito da cinque arcate, ma se ne vedono solo tre perché le altre sono interrate e al centro del ponte vi è una torretta di guardia che oggi è l’attuale Mausoleo dell’antica famiglia romana.
Adesso, chi va a fare una visitina a tutti questi posti?
Written by: Aurora Vendittelli
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