Soundrack da ascoltare durante la lettura: “Earth Song – Michael Jackson”
Qualche giorno fa ho letto un articolo de Il Ventriloco su Villa Sciarra e direi di prendere la palla al balzo per parlarvi di alcune delle Ville italiane più belle.
illustrazione di Matteo Wuarky
Che ne dite?
Nessuno si oppone e a tutti va a genio l’idea?
Ottimo, iniziamo.
Villa della Regina
Siamo a Torino, nella villa seicentesca un tempo chiamata Villa Ludovica, in onore dell’omonima regina per cui fu costruita nel 1615.
Una villa importante deve aver un giardino analogo, ed infatti è così: composto da una serie di padiglioni dalle varie forme con fontane e statue mitologiche che creano uno spettacolo armonioso. Tutto il percorso del giardino porta alla Grotta del Re Selvaggio e al belvedere – ma per descrivere questo giardino con precisione mi servirebbe un articolo a parte-.
Villa Melzi d’Eril
Bagnata dalle acque del Lago di Como, la villa e museo Melzi d’Eril (1808 – 1810) ha uno stile neoclassico che con il tempo ha assunto anche influenze di altri stili successivi.
Il giardino è stato progettato per armonizzarsi perfettamente sia con il lago che con le montagne che fanno da sfondo al paesaggio. Uno dei suoi punti più magici è il bosco delle camelie, piante che lo abitano fin dalla sua costruzione, ma, del resto, erano tra quelle più apprezzate dalla nobiltà.
Parco dei Mostri di Bomarzo
Si, lo so che è come una secchiata d’acqua fredda in faccia, ma non avrete creduto che in questo articolo ci fossero solo ville “a modo”, vero?
La stravaganza va premiata, ed è ciò che ha alimentato la fama del Sacro Bosco di Bomarzo.
Ideato da Pirro Ligorio sotto commissione del principe Pier Francesco Orsini per la moglie, Giulia Farnese, nel 1585.
Se si fa un’attenta immersione in questo Bosco pieno di statue di basalto che ignorano ogni forma di regola artistica create per confondere i visitatori, è possibile notare riferimenti letterari a poemi come l’Orlando Furioso e Il Canzoniere di Petrarca.
Bomarzo
Il Giardino dei Tarocchi
Come riassumere il Giardino dei Tarocchi? Prendete il Sacro Bosco nominato al paragrafo sopra, unitelo al Parque Guell di Antoni Gaudì (Barcellona) e ispiratevi agli arcani dei tarocchi.
Fatto?
Bene, perché è lo stesso procedimento fatto da Niki de Saint Phalle, mentre nell’estate del 1996 finiva di costruire le 22 enormi statue fatte di metallo, cemento, e schegge di vetro e ceramica – più qualche specchio. Non oso immaginare gli anni di sfortuna se li hanno anche rotti-.
Giardini La Mortella
Siamo su un’isola. No, non è la Sicilia. E neanche la Sardegna.
Ad Ischia, questo giardino subtropicale fu curato e voluto da Susana Walton nel 1956 e progettato dall’architetto paesaggista Russel Page.
Sentieri che uniscono la valle alla collina e che si snodano tra le rocce vulcaniche e laghetti che permettono di immergersi in un mondo del tutto nuovo e fantasioso, con piante che non ci saremmo mai aspettati di vedere in Italia.
Villa Grock
Avete paura dei clown?
Allora state alla larga da questo posto, del resto cosa vi aspettate dalla villa creata per il Re del Clown (Adrien Wettach aka Grock)?
Casa che rispecchia perfettamente il carattere ardito, giocoso e creativo del proprietario, la Villa e il giardino sono un’incontro spettacolare di rococò, liberty, art-decò e dettagli orientali.
Può sembrare un’accozzaglia di stili che fa storcere il naso, ma per una volta fate lo “sbaglio” di fidarvi di me e andateci.
Heller garden
La cosa più vicina all’Heller Garden, che sorge sul Lago di Garda, in questo articolo è La Mortella, ma comunque è troppo poco.
Perché, vedete, mentre il giardino di Ischia è solo tropicale, Heller Garden, creato da André Heller, racchiude moltissime piante differenti.
Suddiviso in zone collegate da sentieri, tra effetti scenografici e sculture contemporanee, ci viene permesso viaggiare per il mondo e sperimentare diversi climi con le loro piante (da quello tropicale a quello alpino).
Normalmente qualcuno si terrebbe questo patrimonio per se, no? André Heller no, ha infatti aperto i cancelli del suo giardino al pubblico, per permettere a tutti di godere della sua bellezza.
Giardino di Ninfa
Finiamo con quello il New York Times ha definito come “Il giardino più bello al mondo”.
Ci troviamo nel Lazio – si, il mio petto si sta gonfiando d’orgoglio– in provincia, più nello specifico, di Cisterna di Latina. Qui sorge un giardino, dove ai tempi degli antichi romani era solo una piccola comunità agricola e nel Medioevo sorgeva la città di Ninfa.
È appunto a questa città che l’oasi del WWF deve il suo nome: le piante disposte in un giardino all’inglese sorgono e s’intrecciano ai ruderi della città, creando un clima che sembra proprio quello di un villaggio abbandonato in un romanzo fantasy.
Giardino di Ninfa
Non vi resta altro che visitare questi giardini e dirmi se ho avuto ragione o ho avuto ragione, no?
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