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Arte

British Museum: come barattare i fregi del Partenone

today16 Luglio 2022

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Zorba the Greek Dance”

In Versilia , in un laboratorio sospeso tra il mare e le Alpi, un robot ha ricostruito i marmi del Partenone per “barattarli” con gli originali del British Museum.

Incredibile, ma vero. Ha qualcosa di straordinario questo esperimento che, al posto degli scalpellini di Fidia, ha usato il braccio di un robot supertecnologico per ricreare le meravigliose sculture dei fregi del Partenone di Atene. Una vera e propria sfida al British Museum di Londra che custodisce i reperti storici originali del tempio più famoso del mondo.

Come mai in Versilia?

partenone
Ph. Valentina Proietto Scipioni

Forse vi sfugge il fatto che la Versilia è la zona italiana che ospita la città di Carrara. E Carrara fa rima con le cave di “marmo” più famose del mondo, fin dall’antichità. Vi basti pensare che anche Michelangelo Buonarroti si recava lì, nelle cave tuttora attive, per scegliere personalmente i marmi da cui trarre i suoi capolavori.

Ebbene, proprio a Carrara ha sede un’azienda che si chiama TorArt, specializzata nel campo della scultura robotica. E qui un braccio meccanico si sta occupando di modellare i fregi che all’inizio dell’Ottocento lo statista scozzese Thomas Bruce, settimo conte di Elgin, strappò dal tempio di Atene sull’Acropoli.

La Grecia, da parte sua, ha da sempre reclamato questi meravigliosi rilievi che fin daL 1817 fanno bella mostra di sè nelle sale del British Museum.

Ma perché clonare quei capolavori?

Dietro l’arte gli algoritmi

partenonePer realizzare un progetto del genere proviamo a pensare a quanti algoritmi e a quante soluzioni tecnologiche siano state utilizzate. Insomma, futuro e artigianalità sono forse complicati da immaginare insieme, eppure…

Una nuova era della scultura si fa effettivamente largo. Non più solo marmo e scalpello, ma scansioni, nuvole di punti e progettazione a 360 gradi. Un modo per alleggerire il lavoro fisico dell’uomo, soprattutto nella parte più faticosa e rischiosa anche se, sono sicura che starete già pensando che tutta questa tecnologia toglierà il lato poetico e creativo a tutto. Ma ricordate che si tratta di pura clonazione e soprattutto l’intento è quello di una “buona azione”.

Incoraggiare la restituzione

Queste copie infatti sono alla base di un’idea ben precisa, quella di Roger Michel, il direttore di Institute of Digital Archaeology che vorrebbe inviarle al British Museum.

“L’obiettivo è incoraggiare la restituzione dei marmi. Quando due persone vogliono la stessa torta, farne un’altra identica è l’ovvia soluzione”. – Roger Michel al New York Times

La guerriglia è iniziata!

partenone
Ph. Valentina Proietto Scipioni

L’idea iniziò tempo fa col primo passo, quando Michel e Alexy Karenowska, la direttrice tecnica dell’Istituto, chiesero al British la possibilità di scansionare i fregi per poterli riprodurre. Il Museo respinse la richiesta e qui cominciò la guerriglia, poiché i due si presentarono al British come semplici visitatori armati di iPhone e iPad di ultima generazione. Con questi dispositivi sono state create immagini digitali in 3D che sono state poi caricate sui robot-scultori della TorArt.

Il prossimo passo sarà ancora più “battagliero” perché le sculture finali saranno pronte a fine luglio e saranno esposte a Londra, probabilmente in prossimità del museo che contiene gli originali. Altre due copie completate nel corso dell’estate saranno ritoccate per riportae all’origine, senza pezzi mancanti o danni subiti nel corso degli anni.

Accordo in vista?

La “battaglia” fra Grecia e Inghilterra sui fregi del Partenone si protrae ormai da decenni. Proprio il presidente del British, l’ex Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, lo scorso giugno a Londra ha dato il via ad un probabile accordo di condivisione con Atene che però reclama la piena proprietà delle sculture.

Palermo apre la pista 

Ma c’è sempre bisogno di qualcuno che dia il buon esempio e stavolta tocca proprio all’Italia che, da parte sua, ha spedito in Grecia un frammento del fregio conservato finora nel Museo archeologico Antonio Salinas di Palermo. Ora che abbiamo fatto da apripista aspettiamo le prossime mosse da Londra!

Written by: Valentina Proietto Scipioni

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