Durante la lettura, si consiglia l’ascolto di: “Heal the world – Michael Jackson”
Checché se ne dica, i giovani sembrano aver preso sempre più in mano le redini della grave crisi ambientale in cui versa il nostro pianeta, e non solo con le chiacchiere: ne è un esempio il già discusso caso Michail Zamskoj, ma soprattutto quello dell’olandese Boyan Slat, che nel 2013, appena 19enne, ha progettato una rivoluzionaria rete cattura-plastica dal nome Ocean Cleanup.
Oggi quel ragazzo ha 25 anni, la sua barriera galleggiante si trova già da qualche tempo nel Pacifico, più precisamente tra le Hawaii e la California, e i risultati stanno incominciando a vedersi: dopo una falsa partenza dovuta allo sfaldamento di questa rete lo scorso gennaio ed ulteriori miglioramenti, la Ocean Cleanup si sta finalmente rivelando decisiva per contrastare l’ingrossamento della tristemente famosa Great Pacific Garbage Patch (o Isola di plastica), e gli studiosi che insieme a Boyan Slat hanno preso parte alla progettazione dell’opera ritengono che la struttura potrebbe raccogliere fino a 70 tonnellate di rifiuti, microplastiche incluse.
La barriera è lunga circa 600 metri ed è composta da un tubo galleggiante, al di sotto del quale si trova la rete vera e propria, profonda circa tre metri e a forma di U. Il tutto è integrato da sensori, telecamere, sistemi anti collisione e persino di luci a energia solare e antenne, così da poter monitorare a distanza gli spostamenti della Ocean Cleanup dovuti alle correnti oceaniche. In questo modo, sarà semplice e veloce recuperare i materiali intrappolati, portarli a terra e riciclarli correttamente.
Certo non una manovra completamente risolutiva del problema, ma comunque un forte contributo alla causa ambientale e soprattutto un altro buon esempio indirizzato a tutti, da chi ha i mezzi economici e intellettuali per occuparsi in grande dell’emergenza a chi dispone di risorse più limitate, ma nel suo piccolo potrebbe fare molto più di quanto non pensi: se dall’idea di un 19enne si è potuti arrivare a questo, cosa potrebbe fare l’arrivo impegno e la cooperazione di dieci, cento, settecento milioni di persone?
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