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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Surrender” – U2
Bono Vox fa un annuncio a sorpresa. E’ in arrivo una mini-tournée mondiale che toccherà 14 diverse città. Per la prima volta senza gli U2, Bono promette di portare sul palco le storie della sua vita.
14 capitali in tutto il mondo in cui Bono Vox regalerà non un semplice live, ma delle serate in cui si alterneranno letture e musica, parole e confessioni maliziose, seguendo molto il mood della biografia. Perché le cose fondamentali della sua vita finora sono state solo abbozzate nelle canzoni, come da sua stessa ammissione. Questa esperienza servirà a portare il pubblico nel dettaglio più profondo della sua vita, come un’urgenza forte, tanto che i 40 capitoli del libro stesso portano il nome di 40 canzoni degli U2.
Di Surrender sono già trapelati degli estratti, in grado di raccontarci un Bono privato e fragile, lontano dal mondo dorato dello showbiz. In quaranta capitoli si ricostruisce la storia di un ragazzo cresciuto nella dura Irlanda degli anni Settanta, un luogo dove era complicato confrontarsi con concetti come quello di “resa” -da qui il titolo del volume-. Bono non si fa problemi a raccontarci la storia del giovane Paul Hewson, segnato dalla scomparsa dell’adorata madre e incapace di esprimere il dolore finché non ha scoperto la musica.
“Tutto è cominciato con quell’evento, la morte di mia madre. Nella mia mente è diventata un’opera sull’assenza di una donna di nome Iris. La musica arriva per smuovere il silenzio che avvolge una casa e i tre uomini che la abitano, di cui uno è solo un ragazzino.”
Bono Vox ricorda il padre Bob e suo fratello Norman ma pure la loro incapacità nel ricordare insieme la donna che avevano più amato, dopo la sua scomparsa. Più avanti Bono avrebbe espresso tutto quell’amore e quel dolore a lungo nascosto attraverso diverse canzoni scritte pensando a mamma Iris, da I Will Follow del 1980 fino a Mofo del 1997. Questa maniera di esorcizzare il trauma attraverso la musica, che gli permetterà di trovare la sua strada nella vita, è stata possibile grazie al fratello maggiore Norman. Fu infatti lui il primo a mettere in mano alla futura rockstar una chitarra, insegnargli gli accordi di brani come Blowin’ in the Wind di Bob Dylan o I Want to Hold Your Hand dei Beatles.
Bono è troppo duro con se stesso quando presenta Surrender solo come “la storia della mancanza di progresso di un pellegrino. Con una buona dose di divertimento lungo il percorso”. L’autobiografia è il racconto di una vicenda umana in cui l’amore alla fine ha incontrato il modo di trovare la sua strada. Un meraviglioso modo per guardare in faccia “all that you can’t leave behind”.
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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