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12 giugno: un compleanno speciale

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “La vita è bella” – Nicola Piovani

Era il 12 giugno 1942, quando Anna, per il suo tredicesimo compleanno, ricevette un diario.

Non aveva idea che sarebbe diventato uno dei libri più simbolici della storia.

Anna Frank

Ricordo ancora che, quando lo lessi, mi colpì tanto una cosa.

Io e Anna siamo vissute in epoche storiche, in situazioni, in ambienti e con problemi totalmente diversi, ma nonostante ciò, c’era qualcosa che ci accomuna.

È l’adolescenza. Il fatto che Anna avesse pochi anni in meno di me, mi lasciava senza parole.

La ragazza, ogni giorno, aveva battaglie molto più dure con cui combattere.

Lottava costantemente per sopravvivere.

E sopra quel diario annotava pensieri, sensazioni, paure e speranze.

Sognava di fare la scrittrice. Beh, possiamo affermare che il suo desiderio si è realizzato.

Cara Kitty…

Questo diario colpisce perché è come un insieme di lettere spedite ad un destinatario immaginario, di nome Kitty. E Anna le si rivolge con fiducia e affetto.

Raccontava tutto a Kitty: la situazione politica, gli eventi che le stravolgevano pian piano la vita, fino ad arrivare alle sue angosce, alle sue paure.

Poi aggiungeva un importante tratto emotivo quando parlava del rapporto con i genitori – conflittuale con la madre- , dell’amore e delle sensazioni nuove che esso le suscitava.

La carta è più paziente degli uomini

Anna aveva proprio ragione quando enunciava questa frase.

Avete mai provato a scrivere le vostre emozioni, il vostro stato d’animo, sulla carta?

Se avete bisogno di sfogarvi e di buttare fuori ciò che avete dentro, è un metodo ottimo, perché non vi sentirete mai giudicati o incompresi.

Proprio per questo Anna scriveva le sue lettere a Kitty. Perché, scrivendo, sapeva che si sarebbe schiarita le idee e avrebbe visto tutto più nitidamente.

Per la ragazza, la carta era un rifugio sicuro, che l’avrebbe sempre ascoltata e aiutata con pazienza.

Ricordare è necessario

Anna non era molto diversa da noi: litigava con i genitori, talvolta anche con la sorella, era innamorata, confusa, piena di sogni e, soprattutto, giovane.

A questa ragazza, però, è stato negato tutto ciò che voleva essere.

Tuttavia, quello che ci ha lasciato ha un valore molto più grande.

Primo Levi diceva sempre:

“Se comprendere è impossibile, ricordare è necessario”.

E noi dobbiamo ricordare. Non dobbiamo mai dimenticarci che sebbene la storia sia stata drammatica ha il compito di insegnarci a non ripetere gli stessi errori.

E anche se è quello che ci dicono da quando stavamo alle elementari, dobbiamo interiorizzare questa affermazione e non replicare più i danni irreparabili che sono stati fatti in passato.

Scritto da: Benedetta – 2G