“La TV ha fatto sembrare inutile andare a teatro, la fotografia ha praticamente ucciso la pittura, ma i graffiti sono rimasti gloriosamente incontaminati dal progresso.”
Tutti conoscono Banksy. Negli anni è diventato un personaggio universale, eppure nessuno l’ha mai visto, o visti. Non si sa, infatti, né che aspetto abbia, né se si tratti invece di un collettivo. Le uniche certezze sono le sue opere, irriverenti critiche verso il consumismo, la guerra e la società moderna.
Da ieri è di nuovo sulla bocca di tutti per una performance molto particolare che può quasi sembrare una scena di un film della Pantera Rosa. La famosa opera “Girl balloon” è stata venduta ad un’asta di Sotheby’s per circa 1 milione di dollari, ma nel momento in cui il battitore ha sbattuto il martello, la tela è uscita dal quadro tagliata a strisce da un tritacarte all’interno della cornice. L’artista ha poi rivendicato la performance pubblicando un video dove spiega che, tempo prima, aveva installato nella cornice un tritacarte nel caso fosse stato messo all’asta. Esperti di arte sostengono che adesso il valore dell’opera si sia triplicato.
Questo “evento” è difficile da capire e contestualizzare. C’è chi lo vede come un’ennesima provocazione al consumismo umano, ma anche chi pensa si tratti solo di un modo per aumentare il valore dell’opera.
La fortuna di Banksy inizia nel 2005 con la serie di nove dipinti realizzati sul muro della West Bank in Cisgiordania, contro il simbolo di oppressione che la barriera rappresentava. Questa venne edificata attorno al territorio palestinese, creando un’enorme prigione a cielo aperto, nonché un terreno molto allettante per gli street artist che volevano denunciare questo tipo di atti.
Nel 2015 torna in Palestina, questa volta a Gaza, dipingendo un enorme gatto su un edificio distrutto e spiegando l’opera in questo modo: “volevo mostrare la distruzione di Gaza mettendo foto sul mio sito, ma la gente su internet guarda solo foto di gattini.”
Dopo il primo viaggio in Palestina torna a fare satira in Inghilterra, creando la serie ispirata alle opere di Andy Warhol.
Nel 2004 fa stampare delle banconote da 10£ dalle quali cancella la faccia della regina, sostituendola con quello di Diana. Le banconote diventano così pezzi unici. L’anno dopo infiltra svariate sue opere all’interno di musei come il MOMA o il British Museum.
Nell’attività di Banksy è evidente la natura critica e satirica del suo pensiero ed è affascinante la quantità di modi diversi con cui riesce a “farsi sentire”. Le sue opere, infatti, spaziano molto, da lavori originali a rivisitazioni di quadri famosissimi, come “lo stagno delle ninfee” di Monet o “Nightawks” di Hopper.
Il caso Banksy è molto particolare. Seppure tante persone critichino il fatto che grazie alla fama le sue opere contro il capitalismo e il consumismo vengano vendute a migliaia (o addirittura milioni) di dollari, è anche vero che questa fama ha diffuso, e continua a diffondere, dei messaggi carichi di significato.
Ma soprattutto, le sue opere hanno finalmente dato alla street art la visibilità che meritava, mostrandone la straordinaria capacità di saper arrivare a molte più persone rispetto a tutte quelle altre opere ormai rilegate nelle aste, e quindi sempre più di dominio ristretto.
Di fatto, l’attività dell’artista, o degli artisti, ha reso l’arte un po’ più facile da conoscere, creando delle vere e proprie mostre a cielo aperto.
Post comments (0)