Weart (Wearable Robotic Technology) è un progetto tutto italiano: si tratta di un anello capace di far provare sensazioni a distanza a colui che lo indossa, nato da un’idea dell’Università di Siena che si occupa di robotica e tecnologie legate a tutto ciò che riguarda il senso del tatto.
Presentato al Ces di Las Vegas, la fiera mondiale per eccellenza di tecnologia e innovazione, l’anello, per far si che realmente possa far percepire il tatto di un’altra persona, tiene conto di 3 fattori: pressione, vibrazione e temperatura.
Ma oltre che immedesimarsi nell’altro e avvertire il medesimo senso, è possibile che questo processo avvenga anche a distanza con un oggetto o un suono: ciò che verrebbe percepito indossando l’anello non sarebbe altro che la sensazione, associata a un film, una musica o ad una realtà virtuale, che viene propriamente ricreata sulla nostra pelle.
Pur non essendo l’unico prodotto del genere in circolazione, si tratta comunque di un traguardo importante per la ricerca italiana: la tecnologia è nata nel SIRSLab (Siena Robotics and Systems Lab), il laboratorio di ricerca dell’Università di Siena, e viene sviluppata in collaborazione con la società e-Novia.
I device che stiamo sviluppando possono essere visti come l’equivalente di microfoni e casse per il senso del tatto. Da un lato permetteranno di registrare le interazioni tattili di un utente mentre esplora o afferra oggetti che lo circondano, in termini di forze, vibrazioni e cambiamenti di temperatura. Dall’altro potranno riprodurre queste sensazioni, realizzando per il senso del tatto quel processo di digitalizzazione che è già avvenuto per la vista e l’udito.
Guido Gioioso, ricercatore SIRSlab
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