Alice’s Restaurant è il quadro dell’intera generazione del 68, tra malinconia e delusione, sentimenti che non accompagnano solo il film e la canzone da cui è stata tratta, ma riguardano anche la figura di Arlo Guthrie, schiacciato dalla fama del padre.
Arlo è un diciottenne di New York che si iscrive al college per rimandare la chiamata alle armi ma, in breve tempo, viene espulso per i suoi comportamenti trasgressivi. Conosce una coppia di giovani, Ray e Alice, che gestiscono un ristorante allo scopo di finanziare un gruppo vicino agli hippie che ha fondato una comunità in una chiesa sconsacrata. Ma la chiamata alle armi incombe sulla vita di Arlo, che saluta la compagnia e, al suo rientro, scopre che la comunità si è sciolta e ognuno è andato per la propria strada.
La scena finale, in cui tutti se ne vanno, è emblema della solitudine e incurabile delusione di tutti i ragazzi di quella generazione che si risvegliarono improvvisamente dal sogno utopistico dell’amore libero, della vita sregolata, della pace universale, che invece lo spettro della in Corea e del Vietnam aveva mandato in fumo.
La musica ovviamente originale di Guthrie accompagna alcune scene, venendo utilizzata come voce fuori campo del protagonista, come quella della visita medica di leva. In certi casi è lo stesso Arlo a suonare, sui palchi dei locali in cui si esibisce, o in ospedale da suo padre. La colonna sonora include anche, tra gli altri, un brano di Joni Mitchell.
https://www.youtube.com/watch?v=m57gzA2JCcM
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