Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Quanto sei bella Roma” – Anna Magnani
Viviamo in un’epoca di conformismo mascherato da originalità. Di immagine, in tutti gli ambiti. Lavorativo, sociale, in cui se non sei in un certo modo ti etichettano. Sei così, perché non appari così.
Cerchiamo sempre di seguire la moda, la tendenza. Il tutto volto a far apparire quello che forse ancora non siamo, che vorremmo essere e intanto mostriamo, nella speranza di diventarlo. O forse no. Forse ci piace proprio mostrare l’opposto di ciò che per eludere le aspettative. Roba da psicologi.
Noi ci atteniamo ai fatti! Il fatto è che oggi, 7 marzo, va celebrata la nascita di una Donna. Una con la D maiuscola, che con la sua “apparente” normalità, mascherava un essere straordinario: Anna Magnani.
Attrice di spessore internazionale
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Emblema della romanità del XX secolo, Oscar nel 1956 per La rosa tatuata, girato ad Hollywood, ma col cuore a Trastevere, dove poteva e doveva essere semplicemente “Nannarella”. Un ambiente, quello, lontano dai riflettori e dai palchi che hanno segnato la vita e la carriera dell’attrice. Una persona, prima che geniale e talentuosa, dal forte carattere forgiato dall’ambiente popolare di una Roma in ricostruzione, che trova fascino nell’ambiente popolare piuttosto che in quello borghese.
Quello che le fa esclamare, all’apice della sua carriera, sul set, al suo truccatore (parafrasando): “non togliere una ruga, me le sono guadagnate. E le ho pagate tutte care!”. La vita. Il segno, non solo del tempo, ma della voglia di partecipare al presente.
Il che non vuol dire essere una semplice figurina del tempo. Questo la Magnani non l’ha mai fatto. Prima che essere Diva è Del tempo. Le ha sfruttate. Le ha rubate. Le ha mostrate fieramente in scena. Se le è portate come un segno indelebile sulla fronte, sulle guance, intorno agli occhi. Questo il motivo per cui i registi del Neorealismo e Pasolini, che assumevano attori di strada, hanno scelto sempre lei come protagonista, lei diplomata a pieni voti all’Accademia d’arte drammatica!
Perché, come donna, come attrice, ha scelto da che parte stare. La sua vita -descritta magistralmente da Valentina nel suo articolo dedicato, è un inno alla vita. Dal come patire al come al gioire. Sulla scena e in trattoria a vicolo del cinque a Trastevere, dove sorge la sua statua. Dove rimarrà sempre Nannarella.
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